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Il “dividendo della pace” ha fatto risparmiare 354 miliardi l’anno ai paesi dell’UE | La stima del Financial Times

Con la fine della Guerra Fredda, negli ultimi decenni i paesi europei hanno risparmiato collettivamente centinaia di miliardi di euro all’anno grazie al cosiddetto “dividendo della pace”: riducendo la spesa per la difesa, hanno liberato risorse per altre priorità, tra cui il welfare.

Ma quanto costerà la fine del “dividendo della pace”? Tra il 1995 e il 2023, secondo una stima effettuata dal Financial Times, una spesa per la difesa pari al 3,5% del PIL (come quella discussa in questi giorni dai leader europei) avrebbe richiesto agli Stati membri dell’UE di destinare alla difesa 387 miliardi di dollari (circa 354 miliardi di euro) in più all’anno.

Nel 2024, la spesa per la difesa dell’UE raggiungerà, secondo le stime, 326 miliardi di euro – circa l’1,9% del PIL dell’UE – rispetto ai 214 miliardi di euro del 2021. Si tratta di un aumento rispetto alla media di circa 150 miliardi di euro nei 15 anni fino al 2019, secondo il Consiglio europeo.

Tra il 1985 e il 2020, i membri delle forze armate nell’UE si sono ridotti da 3 milioni a 1,9 milioni. Negli ultimi decenni, l’Europa, sottolinea al quotidiano economico britannico Mark Zandi, capo economista di Moody’s Analytics, ha goduto di un “dividendo della pace” che “ha liberato risorse economiche per gli investimenti privati e ha permesso ai governi di aumentare il sostegno al welfare sociale e alle reti di sicurezza finanziaria”.

L’Europa, osserva il Financial Times, ha beneficiato per anni di basse spese militari grazie a un prolungato periodo di protezione da parte degli Stati Uniti, che le ha permesso di costruire uno dei sistemi di sicurezza sociale più generosi al mondo per una popolazione in invecchiamento.

In tutta l’UE, la protezione sociale è cresciuta come quota della spesa pubblica totale, passando dal 36,6% nel 1995 al 41,4% alla vigilia della pandemia, secondo Eurostat.

La spesa pubblica tedesca per la protezione sociale, che comprende il welfare e le pensioni ma esclude l’assistenza sanitaria, è più che doppia rispetto a quella degli Stati Uniti in rapporto al PIL. La differenza è ancora più netta per la Francia.

Per invertire in modo significativo la tendenza a lungo termine della spesa militare – che in rapporto al PIL si è dimezzata tra il 1963 e il 2023 nella maggior parte delle grandi economie europee, secondo i dati dello Stockholm International Peace Research Institute – sarebbe necessario ridurre la spesa esistente o aumentare il debito, una scelta difficile per molte capitali europee.

In tutta Europa, sottolinea il Financial Times, i tentativi di ridurre la spesa per la previdenza sociale si sono rivelati particolarmente difficili.

Gli sforzi della Francia per affrontare la spesa pensionistica hanno ripetutamente scatenato proteste di massa, anche nel 2023, quando il presidente Emmanuel Macron ha deciso di innalzare di due anni l’età pensionabile, puntando a risparmiare circa 18 miliardi di euro all’anno.

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