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Il diritto è nelle piazze | L’analisi di Alessandra Algostino

“Il diritto è nelle piazze. Nei cortei, nelle università occupate, nei porti bloccati, nello sciopero generale, ci sono il diritto, la dignità umana, la lotta contro la sopraffazione e la violenza”.

Così Alessandra Algostino sul Manifesto in un articolo in cui sostiene che “il diritto è nelle piazze e nelle lotte”.

“In questo momento, Gaza e la Global Sumud Flottilla sono la nostra angoscia, il nostro dolore, ma anche, nella resistenza, la nostra speranza. La sensazione è di essere ad un tornante della storia. Da una parte stanno la democrazia, il diritto, costituzionale e internazionale, il rispetto dei diritti e della dignità umana, la pace, la solidarietà. Dall’altra parte – scrive Algostino – la tracotante affermazione della legge del più forte, la sopraffazione e l’impunità rivendicate, la guerra e la violenza, la massimizzazione dei profitti. Da una parte stanno i popoli nelle piazze, nei mille comunicati e denunce delle associazioni che rendono vivo il tessuto sociale e politico, nella solidarietà navigante della Flottilla; dall’altra parte stanno i governi, che offendono, denigrano e criminalizzano il dissenso, la partecipazione, lo sciopero (Giorgia Meloni), con il consueto connubio di violenza e vittimismo del potere, e per i quali, per citare le parole di un balbettante Antonio Tajani, «quello che dice il diritto è importante ma fino a un certo punto». Oggetto del contendere sono umanità, dignità, uguaglianza, libertà, autodeterminazione, principi che i conflitti agiti nel passato hanno iscritto nelle carte costituzionali e internazionali. Il diritto vissuto nelle piazze, dal basso, è un segno che esiste ancora il diritto dalla parte degli oppressi. Invero, oggi il diritto è sempre meno ambiguo, perché il potere si mostra nudo, non si nasconde nemmeno più dietro un diritto accomodante o utilizzato come schermo retorico, ma si manifesta nella sua crudezza, intollerante, insofferente, indifferente e sprezzante rispetto ad ogni limite. E allora chiamiamo le cose con il loro nome, con il nome del diritto: illegale è il blocco navale di Israele, come su queste pagine è stato ampiamente argomentato; la morte e la devastazione di Gaza sono un crimine, genocidio; quanto accade nei territori occupati, è illegale; il trattenimento dei membri delle flottiglie solidali è sequestro di persona; l’abbordaggio è pirateria di Stato”.

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