Secondo Carlo Valentini, editorialista di Italia Oggi, nel post-referendum il Pd deve decidere chi sarà il suo leader: “Il dibattito sul risultato referendario – scrive Valentini – ha presto abbandonato la questione del quorum. Da un lato essa è stata by-passata con un sospiro di sollievo per la scarsa partecipazione (e dopo qualche polemica) dagli oppositori del referendum e dall’altro lato dalla singolare ammissione dei suoi proponenti che vi era la certezza che il traguardo non sarebbe stato raggiunto (allora perché impegnarsi in questa costosa mobilitazione?).”
“L’interesse si è quindi spostato sul numero di coloro che si sono recati alle urne e se questi voti possano essere ascritti alla costruzione di quell’alternativa di governo su cui è impegnato in primo luogo il Pd. Ma la faccenda è fuorviante poiché il vero problema che l’alleanza Pd-M5s o il campo largo debbono risolvere è quello della leadership, senza la quale nel 2027 non ci sarà gara.”
“Il centrodestra si presenterà unito, pur nelle diversità che lo caratterizzano, e con una guida forte e autorevole, quella di Giorgia Meloni. Mentre il centro sinistra sta faticando (anche perché non ha il collante del governo e quindi del potere) a superare le divisioni e non si intravede, con buona pace dei segretari dei vari partiti, un leader in grado di proporsi come punto di equilibrio della coalizione e allo stesso tempo capace di guidare una compagine governativa con l’indispensabile autorevolezza.”
“In politica – osserva Valentini – l’autoreferenzialità è la regola, però bisogna poi fare i conti col giudizio degli elettori. La conduzione di un partito è cosa assai diversa da quella di un Paese e ciò vale aldilà del colore politico. In campagna elettorale la richiesta del voto è accompagnata da un programma, una coalizione che promette di attuarlo, un condottiero che la guida con una buona dose di credibilità. Se manca anche solo uno di questi ingredienti, il piatto non è commestibile.”
“Poiché è nell’interesse del Paese, e della sua democrazia, che nel 2027 non si vada a un plebiscito ma a un confronto di idee e di proposte, è essenziale che il centrosinistra riempia la casella, identificando il proprio leader. All’appuntamento elettorale mancano solo due anni e una leadership appropriata non si introduce all’ultimo minuto.”








