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I vini italiani sono in frenata | L’analisi

Ha solo dopato il mercato globale del vino italiano la corsa statunitense a far scorta di bottiglie pre-dazi.

Passato l’effimero boom di spedizioni oltreoceano, il bilancio per il Vigneto Italia è in forte contrazione nel primo trimestre dell’anno, come rileva l’Osservatorio di Unione italiana vini (Uiv) evidenziando un calo dei consumi interni.

Secondo Uiv, l’export verso i Paesi extra-Ue ha chiuso il primo trimestre 2025 con volumi in calo tendenziale di quasi il 9% (-0,1% il valore) nonostante il +4% degli Usa (che però chiude marzo in frenata).

Senza la performance nel Paese a stelle e strisce, il calo sfiorerebbe il -17%. Per il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi: “la corsa pre-dazi ha illuso i mercati ma la situazione è diversa: i consumi finali sono in calo o nella migliore delle ipotesi stagnanti. Col rischio di una falsa percezione di solidità del mercato che può portare a decisioni errate lungo tutta la filiera”.

E il futuro, in regime di dazi, si prospetta complesso: “La fascia superpremium – da 15 euro/litro alla cantina – rappresenta solo il 2% dei volumi e l’8% dei valori del nostro vino negli Usa” precisa il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti, secondo il quale “sarebbe pericoloso aggrapparsi alla tesi dell’insostituibilità in virtù di un posizionamento alto dei nostri prodotti. L’export made in Italy si fonda del resto su un centrato rapporto qualità-prezzo. Serve quanto prima un confronto con istituzioni per attivare una difesa reale del settore”.

Sul fronte consumi, le elaborazioni dell’Osservatorio Uiv su base Nielsen presso grande distribuzione e retail nei primi tre mercati al mondo (Usa, Germania e Uk) registrano nel trimestre cali tendenziali a volume dell’8% (-5,5% a valore), con Stati Uniti a -5,4%, Germania a -11,8% e Uk a -6,4%.

In difficoltà, ad eccezione del Prosecco, quasi tutte le principali denominazioni: dal Pinot Grigio delle Venezie al Chianti, dal Lambrusco ai rossi piemontesi ai bianchi siciliani.

Fase difficile anche in Italia: in Gdo (grande distribuzione) nel trimestre volumi in calo di circa il 4% e si prevedono decrementi ancora maggiori nella ristorazione.

A mostrarsi particolarmente sottotono è il mercato interno: la performance 2025 rispetto al pari trimestre del 2022 (omogeneo per cadenza della Pasqua) è -10,4% in termini volumici con un-13% per fermi e frizzanti (poco meno di 150 milioni di litri), mentre sale del 15% (a 21,7 milioni di litri) il segmento spumanti, trainato dal Prosecco e, sempre più, dai più economici charmat “non Prosecco”.

Evidente, rileva l’Osservatorio, la tendenza al risparmio se si guarda ai canali di vendita: quelli che perdono meno sono infatti i discount (-2,7% contro una media a -3,7%).

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