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I tagli dei tassi sono in vista ma lo scenario rimane incerto | Lo scenario

Le previsioni sull’inflazione si fanno sempre più ottimistiche e il primo taglio della Bce è atteso a giugno, con i banchieri che vedono l’obiettivo di un’inflazione al 2% sempre più vicino e con “i dati del quarto trimestre che hanno mostrato un ritmo più lento della crescita del costo del lavoro per unità di prodotto e dei margini di profitto”, attenuando il timore che le imprese alimentino l’inflazione scaricando i maggiori costi del lavoro con l’aumento dei prezzi finali.

Lo rileva Carlo Benetti, market specialist di Gam (Italia) Sgr, che evidenzia però come la comunicazione della Bce sia “nella migliore delle ipotesi, incompleta” in quanto ancora non ha offerto indicazioni su quanti tagli, e di quale entità, si possono prevedere nel corso del 2024.

“L’inversione delle politiche monetarie delle banche centrali coincide con il passaggio dal tempo deflazionistico al tempo inflazionistico”, continua Benetti che, sul fronte azionario, mette in guardia contro portafogli poco diversificati e ponderati maggiormente verso il quality growth e il value.

“Non sappiamo come sarà il tempo che abbiamo davanti ma sappiamo che sarà molto diverso dai decenni appena trascorsi, l’asset allocation dovrà tenere conto delle nuove condizioni finanziarie, dell’inflazione normalizzata e della fine del deleveraging nelle banche, che è stato un fattore deflazionistico”, conclude lo strategist.

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