A fronte degli assurdi dazi al 30% annunciati da Trump, comprensibilmente le imprese europee chiedono di essere indennizzate.
Il problema è che se l’indennizzo fosse commisurato al dazio (lo Stato eroga il 30%, ciò che consente all’impresa di mantenere invariato il prezzo in dollari), il contribuente europeo finirebbe per pagare le tasse per finanziare il deficit USA: una vera assurdità, il danno oltre alla beffa.
Il modo per indennizzare le imprese senza incorrere in questo danno sarebbe quello di indennizzare solo le imprese che mantengono invariato il prezzo in euro (dunque fanno pagare il dazio agli acquirenti USA) e commisurare gli indennizzi alla caduta della produzione provocata dall’aumento del prezzo in dollari.
Facile a dirsi, ma molto complicato in pratica.
Forse allora è il caso di fare ciò che si sarebbe dovuto fare da tempo: semplificare l’accesso ai finanziamenti per Ricerca e Sviluppo, premiare le aziende e le università che realizzano progetti di collaborazione tecnico/scientifica.
E forse, date le circostanze, graduare gli aiuti in funzione della quota di export sul totale del fatturato.
E comunque ricordiamoci che la scadenza posta da Trump è il 1° agosto.
C’è ancora tempo per negoziare, a patto di tenere la schiena dritta.








