Era il 1925 quando venne posata la prima pietra di costruzione dello Stadio San Siro, allora presidente del Milan era Piero Pirelli. Cento anni.
Immagini storiche messe in mostra negli scorsi mesi dalla Fondazione Ansaldo. A Milano col titolo suggestivo: «Transizioni».
Dunque: impresa, lavoro, società. Niente di meglio per capire le future (transizioni) in gioco, un percorso dentro e fuori le fabbriche. Negli interni delle centrali nucleari. Davanti alle lavoratrici o ai claim politicamente scorretti degli anni Venti, pensate quando ho letto la pubblicità della lavastoviglie, prodotta dalla Compagnia Generale di Elettricità di Milano. La chiamavano l’Elettrosguattera.
«L’incontro tra la cultura artistica e quella scientifica», tra gli altiforni e le riviste d’arte.
Oggi censureremmo tutto ciò da cui passò buona parte del boom economico.
Le transizioni riguardano sempre quello che il Censis chiama «lo sviluppo e il divenire». «Qual è il ruolo dell’impresa e del lavoro in un mondo in continuo cambiamento»?
Ho trovato meravigliose le immagini degli artisti in fabbrica, gomito a gomito con i lavoratori del ferro e dell’acciaio. Trasformazioni produttive ma non solo, nella società e nei costumi, sui grandi cambiamenti che investono le aziende, le comunità, fino a travolgere l’idea industriale, economica, culturale, sociale e ambientale.
Oggi il prodotto più venduto è immateriale, si chiama «scrolling», quel gesto che il Dizionario di Oxford ha segnato come parola dell’anno. E mangia tantissima energia. Non sappiamo ancora (del tutto) cosa produca.








