L’idea che il piano pandemico esistente «potesse essere vigente 14 anni dopo essere stato redatto è un’evidente stupidaggine». Lo testimonia il fatto che «il Paese si è trovato del tutto impreparato alla pandemia» di Sars-Cov-2, considerati i cambiamenti a livello di tecnologie e conoscenze.
«Basti pensare, ad esempio, che nel 2006 le mascherine erano destinate solo al personale sanitario, anche nella fase pandemica». Lo ha spiegato Donato Greco, specialista in malattie infettive, già direttore generale della prevenzione al ministero della Salute e componente del secondo Cts, oggi in audizione informale in Commissione Affari sociali della Camera per l’esame delle proposte di legge per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.
«Un piano pandemico ha una vita triennale», ha ricordato sottolineando che anche una direttiva Ue impegna i Paesi ad aggiornare i piani ogni tre anni. «Questi 14 anni sono passati senza che i miei successori» al ministero della Salute, «i successivi ministri e funzionari sentissero la necessità di aggiornare o costruire nuovi piani». Nel frattempo «sono cambiate molte cose. È cambiato lo scenario di riferimento dell’epidemiologia mondiale». L’Oms, in 14 anni, «ha emanato 3 nuove linee guida sui piani pandemici e anche queste non hanno avuto nessun impatto per noi», ricorda Greco, nonostante ci siano state altre pandemie importanti, seppure non potenti come il Covid.
Anche le tecnologie «erano diverse. Il tampone molecolare era riservato a pochissimi laboratori ultra-specializzati, oggi è una cosa che si fa in cucina». Per non parlare delle «tecnologie vaccinali: mRna era ricerca di base. Sia la diagnostica sia la sorveglianza genomica erano inesistenti». Anche la comunicazione «non era la stessa nel 2006. Quindi, obiettivamente, pensare di applicare quel piano al 2020 è una stupidaggine. Si trattava, inoltre, di un piano contro l’influenza, che è un virus completamente diverso». In pratica «non mancava il “piano pandemico” a gennaio 2020, mancavano i 14 anni di inattività: in quegli anni bisognava maturare una cultura di preparazione, esercitata, attivata, finanziata. Tutto questo non è avvenuto. E quindi il Paese si è trovato impreparato».








