Carlo Galli su Repubblica si occupa dei dazi americani, sottolineando come sia cambiato il rapporto degli Stati Uniti con l’Europa, non più di egemonia ma di pretesa superiorità signorile verso i vassalli.
Dai quali appunto si esigono tributi in cambio di protezione.
Un cambiamento – continua Galli – che nasce da una percezione americana di crescente debolezza su scala internazionale – se non assoluta, almeno relativa alle nuove potenze emergenti – e da una crisi interna strutturale, tanto finanziaria quanto morale.
A cui gli Usa reagiscono quasi con panico, usando l’economia in chiave politica diretta, non indiretta come un tempo – e vanno così incontro sia a successi (Indonesia) sia a forti resistenze (Brasile).
Certo mancano oggi le condizioni geopolitiche e geoeconomiche perché si possa ricostituire un’egemonia mondiale americana paragonabile a quella del passato.
La politica di Donald Trump è nel segno dell’emergenza, non del lungo periodo.
Ma con l’Europa gli Usa hanno buon gioco.
Tra i dazi di Trump e la guerra in Ucraina l’Ue deve affrontare spinte distruttive che non sono gestibili con la sua struttura.
Questa è infatti vincolata dalla guerra in Ucraina, in cui si è tagliata i ponti alle spalle e si è legata agli Stati Uniti se non per la strategia (quella di Trump non è chiara) certamente per l’acquisto delle armi con cui rifornire gli aggrediti, inimicandosi così la Russia.
Questo vincolo, insieme al precedente, relativo all’acquisto di gas americano in sostituzione di quello russo, impedisce all’Europa di combattere liberamente sul fronte occidentale – quello tariffario.
Non avendo alternative sull’acquisto del gas e delle armi, l’Europa ha un braccio legato dietro la schiena, stretta com’è in una morsa strategica: più si oppone alla Russia meno può resistere a Trump.
Naturalmente i margini di trattativa sui dazi non sono scomparsi: anche da parte europea si può attivare una guerra commerciale e si può giungere fino alla tassazione delle multinazionali.
Tuttavia gli Stati della Ue possono essere uniti nella paura sul fronte occidentale come lo sono su quello orientale, ma al contrario possono anche dividersi alla ricerca dell’utilità particolare.
Non vi è dubbio che Trump cercherà di allettarne qualcuno per introdurre un cuneo in una compagine che non è compatta né omogenea.








