Giuseppe Argirò, Amministratore Delegato CVA Spa e Vicepresidente Elettricità Futura, ha partecipato agli Stati Generali della Ripartenza 2025 “Insieme per far crescere l’Italia”, organizzati a Bologna dal 27 al 29 novembre 2025 dall’Osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia”.
Il suo intervento si è tenuto nel panel “La sostenibilità energetica del futuro“, moderato da Massimiliano Atelli.
In questo video ecco l’intervista rilasciata prima di partecipare all’evento.
Parliamo di sostenibilità energetica del futuro. Oggi se ne è parlato, è un tema che è sempre all’attenzione, sono tre anni di Stati Generali della ripartenza, tre anni che affrontiamo il tema energetico.
Mi piace ricordare che i sistemi energetici sono come l’apparato cardiovascolare e respiratorio insieme per un corpo umano e rappresenta certamente un elemento strategico di sicurezza abilitante per lo sviluppo economico industriale, di importanza rilevantissima per esempio anche dal punto di vista sociale, anche perché purtroppo la povertà energetica continua a crescere, non solo in Italia.
E allora dobbiamo concentrare le attenzioni per capire insieme noi operatori del mondo industriale, le autorità, il mondo accademico, tutte le energie intellettuali che possiamo mettere in campo per capire qual è alla fine il sistema che in questo momento storico può garantire le migliori condizioni di competitività e quindi un prezzo di approvvigionamento energetico per le famiglie e per le imprese che sia positivo e competitivo, di sicurezza perché naturalmente è fondamentale che ci sia una continuità nell’approvvigionamento energetico, perché abbiamo vissuto con il trauma dell’interruzione del gas russo sotto gli occhi di tutti il quadro che si è determinato, e contestualmente decarbonizzare il sistema energetico.
Perché? Perché non solo c’è il tema del contesto al cambiamento climatico, ma decarbonizzare. Per un paese come il nostro che non ha materia prima energetica fossile significa migliorare la sovranità energetica nazionale, l’autonomia energetica nazionale e quindi in ultima istanza la sicurezza. Questo lo dobbiamo fare attraverso che scelte e alcuni principi ispiratori.
Dobbiamo valutare le tecnologie disponibili, dobbiamo valutare i costi di queste tecnologie e dobbiamo valutare l’orizzonte temporale con cui queste tecnologie possono essere implementate. Tutte le tecnologie sono fondamentali, non dobbiamo limitarci o concentrarci soltanto su alcune, ma certamente dobbiamo dare una priorità sulla base dei parametri che citavo prima ad alcune rispetto ad altre.
Faccio degli esempi concreti. Il nucleare è importantissimo, dobbiamo lavorare e puntare allo sviluppo nucleare anche nel nostro paese, ma l’orizzonte temporale sarà di lunghissimo periodo, almeno 10, 15, 20 anni. Nel frattempo abbiamo bisogno di risposte urgenti.
Oggi le risposte urgenti certamente possono venire dal gas, che può essere visto come un’infrastruttura anche per il futuro, ma nella logica che dicevamo prima di migliorare l’autonomia energetica e decarbonizzare il sistema elettrico nazionale, dobbiamo puntare con forza in assoluto sulle rinnovabili, che anche se hanno una propria dipendenza tecnologica dall’estero, ma certamente la migliorerebbero enormemente la nostra autonomia, oltre a garantire un prezzo di approvvigionamento che è particolarmente competitivo.
Quindi dobbiamo puntare in questo momento storico a sfruttare quella che è la materia prima energetica che il nostro paese ha in abbondanza, che è l’acqua, il sole e il vento e grazie alle tecnologie rinnovabili integrate con gli accumuli e con gli investimenti nelle reti possiamo migliorare la competitività, la sicurezza e la sostenibilità ambientale del nostro sistema energetico nazionale, guardando un futuro certamente migliore rispetto a quello passato.
C’è una parola che ha usato che è insieme, che è fondamentale un po’ lo spirito degli stati generali della ripartenza, insieme vuol dire istituzioni, imprese, società civile, corpi intermedi, quanto c’è oggi questo insieme e quanto ancora da costruire?
E’ fondamentale questo insieme perché i sistemi energetici sono gangli vitali per una nazione e non possiamo permetterci che la discussione sia condizionata, orientata da interessi di parte, da una prospettiva unica o da una visione anche culturale di una parte. Bisogna che ciascuno si spogli dalla propria prospettiva per mettere con onestà intellettuale ed oggettività al centro l’interesse del paese, del sistema delle imprese e delle famiglie e per far questo occorre un senso di responsabilità alto che metta appunto insieme le forze migliori, le energie migliori del paese per cercare di individuare quella che è la soluzione migliore e poi con decisione andare verso questa strada.
Gli operatori industriali, che sono quelli che fanno gli investimenti nell’ambito energetico, hanno bisogno di certezze, hanno bisogno di una prospettiva chiara, hanno bisogno di lungo periodo e di stabilità per poter affrontare degli investimenti che hanno dei ritorni, essendo investimenti capitali intensive, hanno dei ritorni molto lunghi nel tempo e quindi attraverso questo quadro, questo ecosistema stabile si potranno realizzare investimenti che miglioreranno in maniera importante le condizioni del paese.
Il trend è quello positivo, siamo nella direzione giusta, a breve vedremo i primi effetti così importanti anche sul prezzo dell’energia, manca poco però dobbiamo fare uno sforzo corale per migliorare le condizioni perché questi investimenti vadano avanti e siano ulteriormente rilanciati.








