“La risposta ai dazi e l’esigenza di una Difesa comune sono circostanze nuove, epocali. Un riallineamento necessario tra Roma e Bruxelles. Che Giorgia Meloni, dal palco di Azione, mostra di gradire, ringraziando Von der Leyen per il ruolo che sta svolgendo «per l’unità dell’Occidente». Così Giulio Tremonti intervistato da Angelo Picariello su Avvenire di domenica 30 marzo.
“Quanto ai dazi, la premier italiana conferma la sua linea, che tra l’altro ha avuto successo al recente Consiglio Europeo del 20-21 marzo: l’Unione, nel caso venga colpita il 2 aprile, non deve reagire d’istinto. Sono pronte due liste di controdazi, la seconda molto pesante, che però Bruxelles diramerà solo il 15 aprile, dandosi dunque il tempo di negoziare. La triangolazione tra l’intervista di VdL e la presenza di Meloni su un palco dell’opposizione ha anche il valore di mostrare una coesione politica intorno alle scelte europee, al netto di sfumature e dibattiti interni.
«Possono essere l’occasione per trovare finalmente una politica comune. Debbono esserlo, anzi, altrimenti l’Unione rischia di implodere», avverte Giulio Tremonti. Fautore con largo anticipo, non ascoltato, degli eurobond, da scrittore e analista ha anticipato la crisi della globalizzazione, e oggi, con Fdi, da presidente della Commissione Esteri della Camera, nel libro Guerra o pace appena uscito per Solferino, descrive i cambiamenti «rivoluzionari» in atto, che ricordano per intensità quelli del Cinquecento.
«La scoperta dell’America; l’invenzione della stampa; l’invasione musulmana ai confini d’Europa e la prima crisi finanziaria globale. Il Mundus furiosus, fu definito. Oggi – dice – viviamo in un’epoca altrettanto traumatica a causa di quattro fenomeni paralleli: la “scoperta” dell’Asia e principalmente della Cina; il dominio della Rete; il rischio di una nuova crisi finanziaria; la guerra sul fronte orientale, dall’Ucraina al Mar Rosso. Ma invece di un secolo, come nel Cinquecento, tutto ciò è accaduto in soli 30 anni».








