Giovanni De Vita, Consigliere d’Ambasciata, responsabile del progetto PNRR Turismo delle radici del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha partecipato all’evento “Insieme per il futuro di Roma e del Lazio” organizzato dall’Osservatorio economico e sociale Riparte l’Italia il 28 maggio 2025 a Roma.
Il Consigliere De Vita ha portato il suo contributo come relatore al panel: “La visione degli operatori del turismo e le infrastrutture al servizio del turismo (oltre il Giubileo)” moderato dal giornalista de Il Sole 24 Ore Gianni Trovati.
Il progetto Italia è un progetto che è innovativo sotto diversi punti di vista, prima di tutto perché si concentra su un segmento particolare del turismo che è quello dei cosiddetti viaggiatori nelle radici. Chi sono? Sono una platea di 80 milioni di persone che hanno legami con il nostro Paese in molti casi teorici perché dall’Italia sono partiti gli antenati che poi si sono stabiliti all’estero.
Una platea dicevo molto importante alla quale bisogna dare, se parlava di prodotto turistico, un servizio e bisogna pensare a un’offerta molto particolare, vedete queste non sono delle persone che vengono in Italia per vedere le bellezze UNESCO del nostro Paese, vengono per scoprire dei territori che normalmente sono trascurati dai grandi flussi turistici, territori in cui ci sono delle enormi opportunità che si possono creare in termini di crescita del reddito e di opportunità di lavoro e quindi l’emissione dello spopolamento che è un fenomeno che colpisce tutte le aree rurali italiane che sono poi le aree da cui proviene il 95% della nostra emigrazione.
In realtà tutti si chiedono ma perché il Ministero degli Esteri si occupa di turismo. Bella domanda, in realtà noi lo abbiamo fatto perché abbiamo capito ovviamente la valenza che questo tipo di prodotto poteva avere per le nostre comunità e il rapporto con le comunità è infatti un compito istituzionale del Ministero, ma abbiamo anche visto che c’era già in Italia un fermento molto vivo che tendeva a sviluppare questo tipo di segmento e abbiamo agito ovviamente con un’opera di coordinamento, di scambio di esperienze e acquisendo tutta una serie di informazioni di buone prassi che poi sono entrate a far parte del progetto Italia.
Il progetto Italia è un progetto che vede nelle reti la sua caratteristica principale, reti che sono non soltanto dei gruppi che abbiamo creato in ciascuna regione ma di collaborazione con gli attori che già si occupano dello sviluppo del turismo, quindi le regioni e soprattutto i comuni che noi siamo riusciti ad aggregare come iniziativa lo scorso anno che abbiamo dedicato appunto al turismo, all’anno delle radici italiane nel mondo e che hanno creato nei loro contesti tutta una serie di eventi dedicati alle comunità ma hanno anche lavorato per migliorare i servizi per il viaggiatore, servizi che sono appunto non necessari non soltanto nell’accoglienza ma anche per esempio per accompagnarli a visitare gli archivi di Stato, per accompagnarli a rivivere quelle esperienze che loro hanno conosciuto all’estero, per esempio come si fanno alcuni prodotti enogastronomici, come si fanno alcuni prodotti artigianali ma anche come vivere il territorio.
Questo è un aspetto veramente su cui abbiamo prestato la massima attenzione. Chiaramente per fare questo, finora se ne è parlato in modo indiretto, noi abbiamo puntato molto sulla formazione.
Vedete l’Italia è uno dei paesi, lo diceva pure la dottoressa Lalli, più desiderati al mondo per essere visitati ma non è uno dei paesi più visitati. Uno dei problemi, questo riconosciuto anche dall’Academy, è proprio la qualità del servizio per il turista. Ecco, per noi la formazione è fondamentale non soltanto per elevare degli standard o creare dei nuovi standard ma soprattutto per affinare quelli che sono i nostri obiettivi di approccio a questi tipi di turisti con i quali ovviamente vogliamo creare delle basi di fidelizzazione.
Queste sono delle persone che vengono a visitare i territori ma potenzialmente possono venirci l’anno successivo con i loro amici e quindi hanno veramente un valore moltiplicatore importante. E poi c’è un altro motivo, chiaramente che noi non abbiamo spiegato all’Unione Europea perché l’Unione Europea ovviamente era interessata soltanto alle ricadute in termini di crescita dei territori. E’ quello di rinnovare la qualità con le nostre comunità all’estero.
Le nostre comunità all’estero sono, ripeto, 80 milioni di persone che hanno raggiunto tutti, nelle società dei paesi in cui risiedono, gli apici delle loro società. Sono imprenditori, sono scienziati, sono politici, persone con cui è interessante approfondire lo supporto, è interessante conoscerli e farsi conoscere appunto per puntare al rinnovo della qualità con le nostre comunità e valorizzare quella che è una delle grandi risorse del nostro Paese.
Senza dubbio se l’amministrazione, non solo il Ministero degli Esteri, riuscisse ad anticipare i tempi, credo che tutti quanti vivremmo in un mondo migliore. Però è anche vero che il Ministero degli Esteri si è adeguato in maniera abbastanza, diciamo, rapida a quelle che erano anche le nuove percezioni dello stesso Ministero.
Io sono grato a Giacomo Vigna per l’espressione di riconoscimento che ha avuto per il nostro lavoro, ma soprattutto quello che è successo è che il Ministero degli Esteri, in particolare, è uscito fuori dal palazzo, perché nella visione classica di questo Ministero che nessuno sapeva che cosa facesse, a meno che non avesse avuto un diretto contatto, beh, credo che oggi il Ministero degli Esteri sia riuscito ad avere una sua immagine proprio nel Paese.
Lo abbiamo fatto grazie al progetto Italia, per quello che mi riguarda direttamente, ma anche con tutte le iniziative che, per esempio, sono state citate, con il rapporto col territorio, con il rapporto con la classe, con le piccole e medie imprese e con le imprese in generale. E’ stato fatto uno studio negli ultimi anni in cui è stato evidenziato quale fosse stato il rapporto dell’azione diplomatica al sostegno del sistema Italia. Ecco, questo è, credo che sia, un momento di crescita del nostro Ministero e senza dubbio un adeguamento dei tempi.








