A 60 anni dal volo di Yuri Gagarin che per la prima volta ha portato l’uomo nello spazio si è aperta un’altra epoca cruciale dell’esplorazione spaziale, che punta a fare della Luna, e poi di Marte, il nuovo avamposto dell’uomo fra le stelle. “Ci sono, periodicamente, momenti nei quali si attraversano dei portali e quello che lo spazio sta vivendo adesso è confrontabile con l’epoca del volo di Gagarin”, dice all’ANSA il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Giorgio Saccoccia.
“Il primo volo dell’uomo nello spazio aveva avuto un valore tecnico, simbolico e psicologico nello stesso tempo: aveva dimostrato – osserva – che gli uomini erano stati capaci di superare la barriera che li teneva ancorato al loro pianeta e questa consapevolezza aveva innescato un meccanismo dal quale non si torna più indietro”. In questi 60 anni ci sono stati altri eventi storici, come l’allunaggio e la costruzione della Stazione Spaziale Internazionale; “oggi stiamo assistendo alle opportunità commerciali legate allo spazio e nello stesso tempo a un’accelerazione dell’esplorazione che punta a un ritorno stabile e sostenibile alla Luna e guarda a Marte: stiamo attraversando un altro portale, non iconico come il volo di Gagarin, ma molto rappresentativo”.
Il ritorno alla Luna è iniziato con l’annuncio del programma Artemis da parte della Nasa e al quale l’Italia collabora sia attraverso l’Agenzia Spaziale Europea (Esa), sia direttamente con la’agenzia spaziale americana. “In un programma di esplorazione importante come Artemis bisogna anche valutare in maniera concreta idee, capacità tecnologica e fattibilità”, rileva Saccoccia. Per questo, aggiunge, è importante che “le nostre industrie di impegnino a studiare gli ambiti nei quali cui possiamo contribuire al meglio”. E’ una gara di idee, quella appena partita in Europa e negli Stati Uniti, nella quale l’Italia è pienamente coinvolta.
Nell’ambito dell’Esa, per esempio, il nostro Paese è impegnato fin da ora a un’importante attività di preparazione in vista della Conferenza Ministeriale prevista alla fine del 2022. L’industria italiana sta inoltre contribuendo al progetto della stazione spaziale Gateway, destinata all’orbita lunare. “Nell’ambito dell’Esa i contratti sono già partiti – prosegue Saccoccia – e prevedono la realizzazione del modulo I-Hab (International Habitat), destinato a ospitare gli astronauti, e il modulo Esprit, per le comunicazioni e il rifornimento”. A realizzare entrambi è l’industria italiana, con Thales Alenia Space (Thales-Leonardo).
Al momento, per il presidente dell’Asi, è difficile dire se sarà possibile mantenere la promessa di portare di nuovo l’uomo sulla Luna nel 2024: “è una sfida molto forte e che dipende da tanti fattori, ma cosa importante è che il programma sia partito. Vediamo da parte di tutti la volontà di realizzarlo. Nella corsa verso Luna e Marte è entrata ormai anche la Cina, “ma sappiamo che i programmi spaziali sempre stati in equilibrio fra collaborazione e competizione: stiamo parlando di sviluppi tecnologici che sono la frontiera dell’innovazione e di attività di sistema che richiedono contributi internazionali. L’idea che ci sia da un lato una sfida tra nazioni diverse, ma nella quale è necessaria la volontà di collaborare per accelerare il progresso è la magia delle attività spaziali”








