L’energia contribuisce ad aggravare l’inflazione. A parlarne è l’economista Fabrizio Galimberti, che analizza la questione osservando anche gli altri stati membri. «Nell’ottica einaudiana del “conoscere per deliberare”, la saga delle accise induce a guardare a quanta parte i costi dell’energia hanno nell’inflazione in Italia e in Europa. E qui si scoprono alcune cose interessanti, che riguardano anche le ragioni di un anomalo andamento: il tasso di inflazione dei prezzi al consumo armonizzati (IPCA), che fino a settembre scorso era più basso di quello dell’Eurozona, da ottobre è nettamente più alto».
«Responsabili sono i prezzi dell’energia. La componente energia dell’IPCA a ottobre in Italia aumentò – in un mese! – del 27%. Nello stesso mese l’indice IPCA-energia nei principali Paesi (Germania, Francia, Spagna ed Eurozona esclusa Italia) variarono dal -6,2% della Spagna al +5,9% delle Francia», scrive sulle pagine del magazine InPiù.net.
«L’Istat non è avaro, nel relativo comunicato stampa, di spiegazioni numerologiche sugli aumenti dei beni energetici regolamentati e non regolamentati, mercato tutelato e non…Ma forse è sbagliato concentrarsi sull’aumento di un mese, affetto da idiosincrasie nazionali? Guardiamo allora all’aumento tendenziale, sui 12 mesi, e prendiamo il dato più recente (dicembre 2022)».
«Perché gli IPCA-energia, anno su anno, sono aumentati del 25% nella media Eurozona e in Germania, del 15% in Francia e del 4% (a novembre) in Spagna, contro un aumento del 65% in Italia? Insomma, l’inflazione italiana (indice complessivo), che fino a settembre, come detto prima, era inferiore a quella europea, ora si ritrova di parecchio superiore, probabilmente “grazie” ai metodi di determinazione dei prezzi dell’energia, dei quali abbiamo a incolpare solo noi…»








