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Milena Gabanelli (Corriere della Sera): «Fake news sul covid: ecco come difendersi»

Le fake news e molte incomprensioni rispetto ai vaccini e ai provvedimenti messi in atto sono state costanti di questi anni di pandemia. L’origine di questi fenomeni di stordimento, secondo Milena Gabanelli, è in parte determinata dalle molte voci coinvolte nel dibattito pubblico sul Covid e sui vaccini, che spesso si contraddicono e si ostacolano.

«Il disorientamento» sostiene Gabanelli «è comprensibile dopo un anno e mezzo in cui virologi ed epidemiologi si scontrano nella gara di visibilità, i politici che dicono qualunque cosa purché contro il partito avverso, mentre stampa e tv danno voce a tutti, inclusi quelli che non hanno titolo per dire alcunché. E alla fine uno dice “non credo più a nessuno”», scrive sulle pagine del Corriere della Sera.

«In realtà» sottolinea «chi decide di non vaccinarsi a qualcuno crede. Il sito indipendente di verifica delle notizie NewsGuard, di cui oggi si avvale l’Organizzazione mondiale della Sanità, monitora da anni la disinformazione in Rete. Un loro analista ha semplicemente messo “mi piace” a una singola pagina Facebook no vax, e a quel punto un menù a tendina gli ha suggerito decine di altre pagine che pubblicano disinformazione sul Covid19 e sui vaccini, ognuna con migliaia di follower. E più la pagina è seguita e più raccoglie pubblicità».

«Se poi chiedi a questo così arrabbiato contro il green pass perché non si vaccina, la prima obiezione è: non ti protegge dall’infezione e neppure contro la malattia. Stiamo ai fatti: questi vaccini non sono sterilizzanti, e sappiamo che una piccola percentuale può infettarsi. In uno studio che ha coinvolto 3.694 dipendenti del Policlinico San Matteo di Pavia (soggetti molto esposti) vaccinati con due dosi Pfizer, sono stati riscontrati 33 casi di infezione. Di questi 17 asintomatici, e 16 mostravano un’infezione lieve».

«Seconda obiezione: allora perché i vaccinati devono comunque portare la mascherina? Nello stesso studio si è appurato che 2 (0,05%) operatori vaccinati con due dosi hanno trasmesso l’infezione. La percentuale è marginale, ma la prudenza suggerisce che nei luoghi chiusi sia comunque meglio mantenere le protezioni fin a quando la maggior parte della popolazione non sarà vaccinata».

«Terza obiezione: visto che la malattia nei giovani è molto meno aggressiva perché vaccinare tutti gli under 40? Perché le segnalazioni di casi gravi negli under 40 sono in crescita, e la circolazione del virus oggi avviene principalmente nelle fasce di età non sottoposte a vaccinazione».

«Quarta obiezione: siamo tutti adulti, se non ci vacciniamo lo facciamo a nostro esclusivo rischio e pericolo. Sempre dagli studi del Policlinico San Matteo: i grandi anziani, trapiantati, immunocompromessi, pazienti oncologici, sono soggetti fragili che hanno una scarsa (o assente) risposta al vaccino per la patologia di base o per le terapie che assumono. La loro protezione è una questione sociale».

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