“Il Sud e la Sicilia possono essere centrali all’interno della ripresa post Covid. Ma bisogna sfruttare al meglio le risorse europee, agire in base ad obiettivi ben precisi ed “uscire dall’ottica dell’assistenzialismo”.
Lo sostiene Francesco Profumo, professore ordinario al Politecnico di Torino, Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo e già Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel governo Monti nel corso di un webinar “L’impresa dopo il virus- Ripartire dal Sud”, organizzato dall’Universita’ LUMSA, dipartimento di Palermo, con un FOCUS particolare sul Sud Italia e Mediterraneo.
Dopo la crisi pandemica, sottolinea Profumo, “il Sud parte in una condizione migliore rispetto al nord. Perché è stato meno colpito e perché ci sono delle condizioni oggettive perché possa diventare centrale nella ripresa del paese”.
Fondamentale per l’ex ministro, “procedere con ordine ed inviduando delle priorità”.
Per questo serve partire “dalle infrastrutture sia quelle di collegamento terra, mare aereo e di connessione all’interno delle nostre città reti con reti mobili e fisse. Ma anche infrastrutture sociali come ospedali, scuole e rigenerazione urbana”.
“Il tutto comporta investimenti in medio lungo termine e deve vedere intervento del pubblico”.
Per questo serve sfruttare la leva dei fondi europei.
“Ma purtroppo – nota Profumo – il nostro paese ha una endemica incapacità di spesa: spende poco e male e dal mio punto di vista e’ necessario un intervento in termine di competenze in modo che si sfrutti questa opportunità che abbiamo”.
Quindi serve rendere attrattivo dal punto di vista fiscale il Mezzogiorno sul modello di quanto realizzato in Irlanda o in Portogallo sul quale bisogna intervenire “anche in tempi brevi”.
“Se sommiamo investimenti strutturali, quelli in termini di competenze e alla opportunità di avere risorse eccezionali in questa fase siamo nelle condizioni di un nuovo risorgimento italiano che parta dalle regioni del sud e in particolare dalla Sicilia che ha una posizione strategica, una storia unica al mondo e una cultura indescrivibile ma che ha bisogno di uscire dalla cultura dell’assistenzialismo”.
“Abbiamo bisogno – conclude PROFUMO – che si trasferiscano in Sicilia tutte quelle esperienze positive che hanno dimostrato di potere in tempi brevi dare opportunità trasformando aree dell’Europa, che in passato erano in grandi difficoltà, venire all’onore del mondo in termini di risultati e produttività”.








