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Francesco Gracceva (ricercatore Enea): «La ripresa spinge i consumi di energia e le emissioni crescono del +25%»

La ripresa spinge i consumi energetici che segnano un netto aumento nel secondo trimestre dell’anno nel corso del quale però si è registrato in parallelo una forte crescita delle emissioni di CO2. L’incremento è speculare: +24% per la domanda di energia nel periodo aprile-giugno, +25% le emissioni di anidride carbonica. A mettere in evidenza le due facce della medaglia e “le ripercussioni sulla transizione energetica del nostro Paese”, l’ultima Analisi dell’Enea, che stima anche una crescita tendenziale della domanda di energia e delle emissioni di circa il 6% per l’intero 2021, in linea con i principali driver economici e sottolinea il passo indietro fatto sul sentiero già bello stretto per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030.    

“L’aumento delle emissioni e l’innalzamento degli obiettivi Ue al 2030 hanno comportato un nuovo sostanziale allontanamento dalla traiettoria di decarbonizzazione prevista. Per quanto riguarda il 2022, sarà difficile andare oltre a una stabilizzazione delle emissioni sui livelli attesi per fine 2021”, spiega Francesco Gracceva, il ricercatore Enea che  coordina l’Analisi.    

Ad incidere nel secondo trimestre anche i fattori climatici con un aprile più freddo (più riscaldamenti) e un giugno più caldo (più condizionatori). Tra i settori, i trasporti hanno contribuito alla crescita dei consumi per una quota di oltre il 50% nel trimestre mentre  rispetto alle fonti energetiche utilizzate, i combustibili fossili registrano forti incrementi: dopo il crollo del II  trimestre 2020, la domanda di petrolio ha segnato un +30%, quella di gas naturale un +21%, mentre per le fonti rinnovabili e il carbone si registrano rispettivamente un -1% e un -2%. Le importazioni di elettricità risultano quasi quadruplicate.    

Il forte incremento delle emissioni è da attribuirsi soprattutto ai trasporti (oltre il 60%) e in misura inferiore al settore civile, all’industria e alla generazione elettrica. Tutti elementi nel complesso che hanno fatto peggiorare l’indice Ispred dell’Enea che misura l’andamento della transizione  diminuito del 28% sul trimestre precedente e del 39% rispetto al II trimestre 2020, collocandosi ai minimi della serie storica. 

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