Dal campo alla tavola per ripensare i nostri sistemi alimentari in chiave sostenibile e nel rispetto dei 17 obiettivi posti dall’Onu. Questo lo spirito delle 10 azioni lanciate dalla Fondazione Barilla in vista della Giornata mondiale dell’ambiente, ma anche alla luce  degli impatti socio-economici dell’emergenza sanitaria.
Ne ha parlato, in sede di presentazione, Marta Antonelli, direttore del programma di ricerca di Fondazione Barilla. “Il Covid-19, ci offre un’opportunità per accelerare la creazione di un sistema alimentare più equo, resiliente e sostenibile, in grado di prevenire e rispondere a future crisi. La pandemia ha dimostrato la fragilità del ‘sistema cibo’, sia come offerta sia come domanda. Il sistema alimentare, dal campo alla tavola, contribuisce fino al 37% delle emissioni globali di gas serra. I processi in atto di deforestazione, distruzione degli ecosistemi e habitat naturali hanno contribuito a provocare la trasmissione dei virus dagli animali all’uomo, il cosiddetto spillover. Il nostro piano d’azione: ‘The Time to Fix the Global Food System is Now: 10 Actions From Farm to Fork’, vuole essere la scintilla di un movimento virtuoso di conoscenza, condivisione e azione per coinvolgere governi, imprese, mondo accademico e società civile ad affrontare il problema, ricreare e reinventare il nostro approccio al cibo, alla nutrizione e alla salute, guidati dai 17 SDG dell’Agenda 2030 dell’Onu”. 
LE DIECI AZIONI DI FONDAZIONE BARILLA
Nella nota diffusa dalla Fondazione si legge che le azioni prevedono la definizione a livello internazionale di standard e approcci condivisi alla individuazione di indicatori che ne supportino il monitoraggio, (ad esempio in termini di riduzione dello spreco domestico). La promozione e sostegno alla transizione del food business verso la sostenibilità in quanto attore chiave del cambiamento alla promozione dell’uso delle tecnologie digitali da parte di tutti gli attori della filiera. E poi il riconoscimento del vero costo (sociale, ambientale) del cibo, l’informazione dei cittadini e la mobilitazione della finanza verso investimenti che contribuiscano alla salute pubblica e migliorino la resilienza nell’uso del suolo, fino alla promozione di pratiche agricole sostenibili, come l’agroecologia, educando il cittadino all’adozione di diete sane e sostenibili con una maggiore attenzione ai più vulnerabili e alla creazione di un sistema alimentare resiliente attraverso impegno, cooperazione e collaborazione tra tutti gli attori”.

 
								 
				 
								 
								 
								 
								







