La premier Giorgia Meloni rilancia l’obiettivo del taglio delle tasse per il ceto medio, già perseguito nell’ultima legge di bilancio, e riapre il confronto sul fisco all’interno della maggioranza.
Il vicepremier Matteo Salvini fa sapere che per la Lega la priorità resta la pace fiscale, con il progetto della rottamazione delle cartelle in 120 rate.
Anche l’altro vicepremier, Antonio Tajani, ribadisce che per Forza Italia il primo obiettivo è la riduzione della pressione fiscale sul ceto medio, mentre la rottamazione delle cartelle viene solo in un secondo momento.
Critiche dalle opposizioni. Il Partito Democratico, tramite il capogruppo in Senato Francesco Boccia, accusa l’esecutivo di aver avuto un approccio fiscale improntato ad “alzare le tasse e fare condoni”.
Per il leader del M5s Giuseppe Conte, “le tasse le hanno tagliate solo alle banche, a cui hanno risparmiato una tassa sugli extraprofitti miliardari”.
Nell’ultima legge di bilancio la maggioranza ha tentato di estendere il taglio del cuneo fiscale ai redditi fino a 50.000 euro. Servono però risorse aggiuntive, stimate tra i 2,5 e i 4 miliardi di euro, che al momento non sono ancora state trovate.
Si è aperto intanto, tra le forze di governo, un dibattito su quale priorità perseguire: il taglio al ceto medio — dopo l’accorpamento da quattro a tre aliquote Irpef — o la pace fiscale.
“Intendiamo concentrarci sul ceto medio, che rappresenta la struttura portante del sistema produttivo italiano, spesso è quello che avverte di più il peso del carico tributario”, ha affermato Meloni intervenendo agli Stati Generali dei Commercialisti.
La premier ha aggiunto: “Il sistema fiscale non deve soffocare la società, ma aiutarla a prosperare. Non la deve opprimere ma deve chiedere il giusto e utilizzare le risorse come un buon padre di famiglia, con buonsenso e senza gettare i soldi dalla finestra, che è quello che abbiamo tentato di fare in questi anni”, con una riforma “equa e razionale”.
Più cauto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che non è intervenuto come previsto dal palco dei Commercialisti e, interpellato in merito alle parole della premier, si è limitato a dire: “Ci sono ancora due anni e mezzo”.
Il suo vice al Mef, Maurizio Leo (FdI), ha chiarito: “Vogliamo lavorare sul ceto medio. Dobbiamo trovare le risorse. La cosa che diciamo il ministro Giorgetti ed io è che dobbiamo agire con prudenza. Questo atteggiamento ci ha premiati. Vogliamo fare le cose ma con la massima cautela e attenzione”.
Leo ha anche annunciato l’obiettivo di rendere strutturale l’Ires premiale introdotto in via temporanea con l’ultima manovra.
Salvini ha ribadito: “Per la Lega e per il governo una giusta, attesa e definitiva pace fiscale, una rottamazione di milioni di cartelle esattoriali che stanno bloccando l’economia del Paese, sono una priorità, anzi un’emergenza”.
Da mesi la Lega porta avanti una proposta di legge firmata da Alberto Gusmeroli, che prevede la rottamazione delle cartelle in 120 rate uguali in 10 anni, senza decadenza per chi salta una scadenza.
Nel magazzino fiscale, al 31 gennaio 2025, si contavano quasi 1.300 miliardi di euro — 1.272,9 per la precisione — di crediti non riscossi riferiti al periodo 2000-2024. Di questi, quasi la metà (537,75 miliardi) non sono più esigibili.
Tuttavia, secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), il continuo ricorso alla rottamazione delle cartelle aumenterebbe la complessità della riscossione e alimenterebbe aspettative di futuri sconti e condoni, con ripercussioni negative sulle entrate.
Diversa ancora la posizione di Forza Italia: “La priorità è il taglio dell’Irpef, poi la rottamazione. Ma la priorità è il taglio dell’Irpef, allargando la base a 60.000 euro annui”, ha affermato Tajani, chiedendo anche “il rinvio della sugar tax, almeno di un anno”.
Su quest’ultimo punto è atteso nelle prossime settimane un provvedimento in Consiglio dei Ministri, prima che l’imposta entri in vigore il 1° luglio.
Nel frattempo, i Commercialisti hanno lanciato un appello: “La riforma fiscale che il Governo sta attuando è di grande qualità sul fronte della sistematizzazione e semplificazione dei testi normativi, delle procedure e delle sanzioni, ma deve assolutamente completarsi con l’intervento sulla curva Irpef”.








