“C’è un nuovo sceriffo in città, come ebbe a dire J.D. Vance a Bruxelles. Ed ora gli europei hanno cominciato a capire cosa significa, avendo dovuto ingoiare un rospo, quello sui dazi al 15%, che dimostra tutta la loro inconsistenza politica e il loro velleitarismo”.
Lo scrive Marino Longoni su Italia Oggi lamentando il non funzionamento dell’attuale Europa:
“L’Ue – osserva Longoni – ha reso palese agli occhi del mondo che il suo peso economico, pari più o meno a quello degli Stati Uniti, è reso inconsistente dalla sua sconclusionata governance politica e dalla sua subalternità militare alla potenza americana.
In queste condizioni non era possibile andare allo scontro con un Trump e l’Europa ha dovuto piegarsi ai suoi diktat, riconoscendo platealmente di ‘non avere le carte’, accettando il male minore di un accordo (che si aggiunge al recente aumento delle spese militari e all’obbligo imposto da Trump di acquistare le armi americane per darle all’Ucraina) che mostra quanto sia ambigua e velleitaria la pretesa sovranità europea.
Ed è ridicolo incolpare la von der Leyen del risultato raggiunto, come fanno molti di coloro che hanno contribuito alla sua elezione (ed ora fingono di prenderne le distanze per allontanare da sé l’onta del fallimento): da una parte infatti c’era un comandante in capo, dotato di pieni poteri, di grande abilità negoziale e di tutta la libertà necessaria per definire le strategie e le tattiche necessarie; dall’altra un Commissario che deve tener conto di interessi tra loro inconciliabili e che sapeva già che sarebbe stata lapidata dalle sceneggiate isteriche di chi andava a rappresentare.
Più di così non poteva ottenere. Questa è l’ulteriore conferma che l’Europa così com’è congegnata non funziona ed è forse giunto il momento di scegliere se si vuole creare un vero e proprio Stato confederale su basi realmente democratiche, oppure – conclude – se non sia meglio che ognuno se ne torni a gestirsi al meglio il proprio Paese senza i fastidiosi vincoli imposti da Bruxelles”.








