“Ai tempi del governo Draghi, con i fondi del PNRR e non solo, abbiamo avviato un programma di sviluppo e manutenzione delle infrastrutture senza precedenti ed era chiaro che i lavori sulla rete avrebbero aumentato la probabilità di problemi alla circolazione.”
Lo ha detto l’ex ministro dei Trasporti Enrico Giovannini, intervistato da La Stampa.
“Partiamo da una rete molto fragile e caratterizzata da un evidente sovraccarico: il traffico dell’alta velocità occupa le reti durante tutto il giorno e, quindi, la manutenzione ordinaria va fatta di notte e a questa si aggiungono i potenziamenti finanziati con il PNRR. Abbiamo una frequenza di treni nettamente superiore a qualsiasi altro Paese europeo e questo, nelle giornate buone, rappresenta un vantaggio per i passeggeri. Se perdi un treno, ne hai un altro dopo un quarto d’ora,” sottolinea Giovannini.
Non è detto che ridurre la frequenza delle corse sia la soluzione: “Potrebbe, ma è difficile dirlo. È stato fatto su alcune linee per il trasporto merci, ma per i passeggeri è diverso, anche perché la richiesta è aumentata moltissimo. Secondo dati Trenord, nel 2024 la crescita dei passeggeri è del 7%, fino al 19% nel weekend. Questi dati evidenziano una preferenza crescente per il treno, che va rafforzata nell’ottica della sostenibilità ambientale: lo spostamento da gomma a ferro è un obiettivo per tutti i Paesi europei.”
 
								 
				 
								 
								 
								 
								








