Il periodo della pandemia è stato caratterizzato da un immediato blocco, che si è poi risolto in un rapido sviluppo di diversi settori, in particolare nell’ambito della innovazione tecnologica. Secondo quanto affermato Andrea Enria, presidente della Supervisione Bancaria della Bce, in un discorso alla Conferenza dell’Associazione Bancaria Spagnola, il coronavirus «ha messo il turbo alla digitalizzazione del settore bancario».
Enria ha ricordato come nel 2020 «in Europa, la quota di consumatori che utilizzano canali e prodotti digitali è aumentata dall’81% al 95% a causa della pandemia, un aumento che con i tassi di crescita pre-pandemia avrebbe richiesto da due a tre anni nella maggior parte dei settori. Il settore bancario, che vantava già la più alta percentuale di utenti digitali in Europa, ha registrato un aumento del 23% degli utenti digitali per la prima volta dall’inizio del COVID-19».
«A livello globale» aggiunge il banchiere italiano «i pagamenti digitali a distanza sono aumentati di circa il 50% quando sono state introdotte misure di distanziamento fisico, secondo un campione della Banca dei regolamenti internazionali. Allo stesso modo, le transazioni PayPal condotte a livello globale sono aumentate del 45% tra il primo trimestre del 2020 e il secondo trimestre del 2021».
«La pandemia» ricorda Enria «ha anche portato a cambiamenti significativi nei pagamenti al dettaglio. Dopo lo scoppio della pandemia, l’uso delle carte contactless è quasi raddoppiato sia nelle economie avanzate che in quelle in via di sviluppo». Per il responsabile Bce «le banche dovranno adattarsi ai cambiamenti dall’esterno – spostando le preferenze dei clienti e la concorrenza da parte dei concorrenti del mercato fintech e big tech – e dall’interno, sfruttando il potenziale delle tecnologie digitali per aumentare l’efficienza dei costi». Ma «se rinunceranno a queste opportunità» conclude «i loro modelli di business diventeranno sempre più vulnerabili».
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