Non ci sono state sorprese dalla Bce, ha aumentato i suoi tassi d’interesse di 0,25% e ha promesso un altro simile aumento in luglio. La scelta appare giusta, date le persistenti pressioni nei prezzi al consumo e, soprattutto, nella componente “core” dell’inflazione (escluse le componenti energetiche e alimentari).
La Fed americana intanto si è presa una pausa, ma due ulteriori aumenti sono attesi entro Natale. In ogni caso essa era andata più avanti della Bce, partendo anche prima con la restrizione. La medicina è severa, ma l’inflazione è una brutta bestia, e la Bce stava accumulando problemi di credibilità. Meglio serverità adesso per fare meno più avanti.








