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Ecco il decoro perduto della scuola | L’analisi di Stefano Zecchi

Sul Giornale Stefano Zecchi commenta l’ultima circolare del ministro Valditara e il disegno di legge governativo sulla scuola. “Per gli studenti delle elementari e delle medie sarà vietato portare in classe il telefonino; il diario su cui si annotano i compiti e il calendario delle lezioni tornerà ad essere cartaceo; il voto in condotta diventerà decisivo: se non si ha almeno il sette, non si verrà ammessi all’anno successivo; con il sei lo studente dovrà fare un elaborato di educazione civica; con il cinque si sarà bocciati.

Per prima cosa vengono in mente tutti i problemi che ha la scuola e che a risolverli non saranno di certo il telefonino tenuto a casa, il diario di carta e il voto in condotta. Il male della scuola è nel non essere più pensata per formare i giovani ma per pagare lo stipendio agli insegnanti, seppur modestissimo. Le cose incominceranno a cambiare quando si daranno a loro stipendi europei, e si procederà a una vera e profonda selezione del corpo docente.

Dunque, provvedimenti inutili quelli del ministro? No, sono importanti per restituire il decoro alla scuola. Provvedimenti che con molta semplicità – sottolinea Zecchi – sottraggono lo studente al suo isolamento e lo riportano all’interno della comunità. Una piccola sfida alla tecnologia: i cellulari usati durante le lezioni distraggono e non fanno partecipare lo studente alla vita di classe. La stessa cosa vale per il diario di carta, più facile da condividere, in particolare con i genitori che intendono verificare quali siano i compiti per casa e se il figlio abbia preso qualche nota disciplinare. Il voto in condotta spiega chiaramente la necessità di includere lo studente nel vivere civile della scuola: ci sono regole da rispettare. Provvedimenti in apparenza futili che danno invece dignità alla convivenza in classe”.

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