Salvatore Rossi sulla Stampa paventa il rischio stagflazione in seguito alla guerra tra Israele e Iran. “I mercati internazionali per il momento – scrive l’editorialista – stanno rispondendo al coinvolgimento diretto dell’Iran nel conflitto mediorientale come se quasi nulla fosse accaduto e come se nulla di sconvolgente dovesse accadere in futuro che possa turbare le economie del mondo. Ma non se ne può dedurre che le economie del mondo procederanno senza scossoni anche nei mesi prossimi. È prudente disegnare scenari di medio termine anche catastrofici.”
“L’Iran dispone, sia pure con difficoltà, di mezzi di offesa indiretti, insidiosi: innanzitutto il terrorismo, che può causare nei Paesi democratici spaventi anche maggiori di un attacco aereo; poi, la chiusura, probabilmente solo parziale ma dagli effetti comunque perniciosi, dello Stretto di Hormuz. Attacchi terroristici scatenati da attentatori suicidi possono determinare un crollo della fiducia dei consumatori e un brusco aumento precauzionale del risparmio, quindi una recessione. Ostacoli alla circolazione delle petroliere nello Stretto di Hormuz, fino all’estremo di un blocco totale, possono causare un aumento forte e improvviso dei costi dell’energia, rischiando alla fine di evocare lo spettro della stagflazione, come nei lontani anni Settanta.”
“Questo rischio è ben presente ai principali banchieri centrali del mondo, anche se nessuno di loro ne parla. Le due principali banche centrali, la Fed americana e ancor più decisamente la Banca centrale europea, sono dall’estate scorsa avviate su un percorso di graduale allentamento. Una fiammata inflazionistica da costi in presenza di una stagnazione produttiva metterebbe in crisi soprattutto la Bce che (diversamente dalla Fed) ha il vincolo statutario di badare solo ai prezzi e non anche al resto dell’economia: dovrebbe resistere al riflesso di stringere la liquidità interna al fine di domare prezzi che stanno salendo per ragioni che nulla hanno a che fare con essa, ma la legge istituiva e la sua stessa storia la spingerebbero nell’altra direzione.”
“Tocca confidare che lo scenario stagflativo non si materializzi mai. Oppure – conclude – attrezzarsi finalmente a modificare anima e legge istitutiva della Bce, rendendola più simile alla Banca centrale americana.”








