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Luca De Meo (ceo Renault): «Vi racconto il nostro record. E nel 2030 100% auto elettriche»

Nel 2030 le automobili Renault saranno elettriche al 100%. Lo ha annunciato Luca de Meo, amministratore delegato del gruppo Renault, evidenziando che nonostante la crisi pandemica le ambizioni del marchio rimangono alte.  

«Non succede spesso di passare, in un solo anno, dal profondo rosso di 8 miliardi di euro a poter dichiarare, oggi, utili che sfiorano il miliardo. Considerando le condizioni difficili dovute alla pandemia, all’inflazione, alla mancanza di microchip, alla domanda calata del 25%, siamo stati veloci», evidenzia De Meo.

«Il merito va a tutta la squadra, in tutto il mondo, che ha lavorato con me, in silenzio, quasi in sordina, per ottenere questo risultato, due anni prima del previsto, accelerando quel processo di rivoluzione che abbiamo messo in atto. Sono stati tagliati i costi fissi, per 2 miliardi di euro, per anno, limando ogni versante, alla base della struttura e continuiamo ad essere molto attivi nel controllarli, in modo da avvertire, in tempo, qualunque segnale d’allarme», ha detto in un’intervista al Corriere della Sera.

«Noi abbiamo competenze in materia storiche, che costituiscono un grande vantaggio, e formato un polo dedicato al processo di elettrificazione, quasi un ecosistema, che si sviluppa in tre siti francesi, (Douai, Mauberge e Ruitz), sono previste due fabbriche riservate alle batterie, abbiamo firmato accordi con Valeo per costruire uno dei migliori motori elettrici ed arrivare, nel 2030, a vendere in Europa, le vetture del marchio Renault solo 100% elettriche, salendo di posizionamento e di valore. Dacia continuerà con i motori termici tradizionali e ibridi».

«All’interno del gruppo vi sono due mondi, uno elettrico ed uno termico, con due piattaforme ciascuno, più quella per i veicoli commerciali. Abbiamo così semplificato tutta l’organizzazione del lavoro, due poli separati che viaggiano in parallelo, sostenendosi a vicenda. La ristrutturazione del settore automobilistico creerà dei problemi sociali, in particolare nelle aziende manifatturiere che dovranno reinventarsi».

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