«C’è un problema che deve essere affrontato. Con velocità».
Lo afferma Alberto Dal Poz, presidente di Federmeccanica, interviene a proposito della scarsità di materie prime che sta facendo impensierire l’economia globale ed è un fenomeno che potrebbe minare la ripresa dopo la pandemia di Sars-Cov-2.
Cosa succede alle materie prime? È davvero una crisi così grave?
«Senza dubbio. Il problema legato alle materie prime è più vasto di quello che si potrebbe immaginare. Per molti versi, questa crisi di offerta di materiali è trasversale. Non c’è un solo Paese che ha problemi a soddisfare la domanda. Sono in tanti. E questo implica che c’è la possibilità di compromettere la ripresa economica che stiamo osservando per via della scarsità di materie prime. E poi c’è la questione dei margini».
Cioè?
«È il rischio d’inflazione. Pensiamo all’Italia, dal momento che importiamo il 70% dell’acciaio. Con esso importiamo anche inflazione, che essendo meno “buona” di quella utilizzata per gli investimenti strutturali, erode i margini dei bilanci aziendali. In modo particolare per i settori che non si sono ripresi. Come aeronautica civile, per esempio. I problemi dei margini di bilancio ci sono per tutti, chiaramente. Nel campo dell’automotive, per dire il settore di cui mi occupo, abbiamo prospettive di volume notevoli. Tuttavia, per chi ha scarsità di domanda e di offerta, ci sarà un aumento del prezzo degli acquisti».
Ci potrà essere una differenziazione sul fronte delle forniture nel futuro?
«Si potrà differenziare, certo. Ma il problema non è se si può o non si può fare. Sulle materie prime oggi il peso della Cina è rilevante, ma ci saranno nuovi equilibri. Il vero problema è la questione tempo».








