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Da Los Angeles arriva lo stop alla strategia degli eccessi di Trump | L’analisi di Maurizio Molinari

Maurizio Molinari su Repubblica parte dalla ‘rivolta’ di Los Angeles per descrivere quella che definisce “la strategia degli eccessi” di Donald Trump.

“Con l’invio a Los Angeles di 4.000 soldati della Guardia nazionale e 700 marines – scrive l’editorialista – il presidente Donald Trump trasforma la seconda più grande città d’America nella frontiera avanzata della lotta contro l’immigrazione illegale, mettendo in difficoltà il partito democratico e forzando i limiti della sua autorità nei confronti della California, lo Stato più ricco dell’Unione”.

“Lo scontro è frontale e sovrappone tre livelli di crisi: l’uso dei militari dentro le città contro gli illegali; il conflitto di poteri fra governo federale e Stati; la battaglia sulle libertà civili fra Casa Bianca e democratici, come avvenne nel 2020 dopo la morte dell’afroamericano George Floyd a Minneapolis.

L’ultima volta che un presidente ha usato i militari contro le proteste di piazza avvenne proprio a Los Angeles, nel 1992, quando George H. W. Bush si trovò a fronteggiare i disordini seguiti all’assoluzione degli agenti bianchi accusati dell’aggressione all’afroamericano Rodney King.

Ma all’epoca il governatore e il sindaco della città erano d’accordo con la Casa Bianca, mentre ora è l’opposto. Da qui l’interrogativo sulle conseguenze dell’arrivo dei militari a Los Angeles.

Anche perché – osserva Molinari – Trump si dice pronto a “inviarli ovunque” dovessero esserci disordini simili, e aggiunge che novemila illegali verranno incarcerati a Guantanamo, sull’isola di Cuba.

A spingere il presidente verso la prova di forza sono i sondaggi che descrivono il ventre dell’America.

Per Cbs News/YouGov, il 54 per cento è a favore delle espulsioni di illegali e il 46 contrario, con un significativo 78 per cento che imputa ai democratici di essere stati “inefficaci” durante l’amministrazione Biden.

Questo spiega perché Trump ha un indice di approvazione sull’immigrazione del 50 per cento rispetto al 45 generale e a un 42 per cento sull’economia, dovuto all’impatto negativo dei dazi.

Sono numeri che suggeriscono la convinzione di Trump di poter recuperare, con la lotta ai clandestini, il consenso perduto sull’economia, riuscendo a mettere alle strette gli avversari liberal al Congresso e anche ad aprire la partita per il governatore della California, dove si voterà in coincidenza con le Midterm”. 

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