Carlo Cottarelli, su Repubblica, interviene nel dibattito sull’obbligatorietà del vaccino, commentando la polemica scoppiata attorno alla proposta della direttrice generale di Confindustria di richiedere il Green Pass sul posto di lavoro, pena la sospensione del lavoratore. Proposta che, secondo Cottarelli, al di là della sua validità specifica stimola due riflessioni.
«La prima relativa al vigore con cui si debbano condurre eventuali pressioni per indurre tutti i cittadini italiani a vaccinarsi al più presto. La seconda relativa al problema della sicurezza sul posto di lavoro. Riguardo alla questione vaccini, la quarta ondata è ormai iniziata con il diffondersi della variante Delta, e per arginarla non resta che andare avanti il più possibile con le vaccinazioni. Non capisco perché ci sia una tale avversione all’introduzione dell’obbligo di vaccinazione», prosegue.
«Se va bene per la polio, perché non dovrebbe andar bene per il Covid?» chiede Cottarelli. «Ma, se proprio non si vuole introdurre l’obbligo, che almeno si introduca il Green Pass come condizione per avere accesso a luoghi affollati. Riguardo poi alla specifica questione del Green Pass anche nei posti di lavoro, Cottarelli ricorda che negli Stati Uniti alcune imprese hanno effettivamente proibito l’accesso ai luoghi di lavoro ai non vaccinati».
«Sarebbe possibile in Italia? Sembrerebbe proprio di sì. Anzi, come ha sostenuto Pietro Ichino, l’articolo 2087 del codice civile comporta l’obbligo per gli imprenditori di tutelare l’integrità fisica dei lavoratori e chi va al lavoro senza essere vaccinato, e quindi con una maggiore probabilità di aver contratto il Covid, corre il rischio di contagiare altri. Ciò detto», conclude «sarebbe eventualmente più appropriato se un provvedimento di sospensione dei lavoratori non vaccinati fosse preso dallo Stato, definendo in modo preciso quali situazioni di lavoro comportano rischi tale da rendere necessaria la sospensione».








