L’amministrazione batta un colpo.
Le preoccupazioni degli abitanti si aggiungono a quelle di antiquari e rigattieri milanesi riguardo alle nuove politiche del Comune.
Aumentano i prezzi (pubblici) a Milano, a rischio i mercati di antiquariato.
Le nuove politiche del Comune di Milano stanno sollevando preoccupazioni tra antiquari e rigattieri, che denunciano il raddoppio delle tasse di occupazione del suolo pubblico, note come plateatico. Queste misure, ancor di più nel 2026, colpiranno i mercati artistici e culturali, inclusi quelli storici di Brera, del Naviglio, dei libri in piazza Diaz e Asco Duomo.
Plateatico e costi della sicurezza: un doppio peso per gli operatori.
Il raddoppio del plateatico e, se non bastasse, tra i costi che il settore deve affrontare si aggiungono infatti i costi per la sicurezza. L’Associazione del Naviglio Grande, che gestisce il noto Mercatone dell’Antiquariato, è costretta a coprire interamente le spese per i vigili posizionati ai varchi d’accesso. Un servizio di sicurezza, che pur sembrando pubblico, è interamente a carico degli operatori e ha subito un aumento del 40% negli ultimi due anni.
Marco Mastromauro, presidente dell’associazione, sottolinea la mancanza di dialogo con le istituzioni: «Il Comune non ha mai risposto alle richieste di incontro per discutere un’ulteriore rateizzazione dell’aumento».
E pensare che ci aspetteremmo li chiamassero per la promozione culturale!
Un settore certamente non gigante e il valore culturale a rischio.
Questi aumenti arrivano in un momento di fragilità per gli antiquari, un settore già in crisi, non sono i giganti del web. Il numero di collezionisti è in calo e l’interesse si è spostato dai mobili di grandi dimensioni a oggetti più piccoli e vintage.
Questo attacco fiscale minaccia un patrimonio che è molto più di una semplice attività commerciale. Il Mercatone dell’Antiquariato del Naviglio Grande è considerato uno dei più importanti d’Europa, un’eccellenza che offre un grande valore storico, culturale e sociale, oltre ad attrarre numerosi turisti in cerca di un’esperienza autentica, diversa dai soliti aperitivi, dà di per sé identità ai quartieri, crea continuità, tradizione, appartenenza, è balsamo per l’anima dei cittadini.
La trasformazione di Milano.
La preoccupazione più grande è che queste politiche stiano accelerando un cambiamento già in atto nel volto della città. Quartieri come Brera hanno visto una drastica riduzione di arte e botteghe sostituiti da dehors di ristoranti. Mentre i luoghi hanno bisogno di tutto. Come avrebbe detto nel 1964 il filosofo Herbert Marcuse non è «L’uomo a una dimensione».
Anche sui Navigli i locali stanno sostituendo i laboratori storici.
Il timore è che molti commercianti siano costretti a ritirarsi a vita privata, anzi, online: vendere i loro oggetti in rete.
Questa è la città che volete? No, grazie.








