Bisogna leggere una sentenza del Consiglio di Stato – che l’Osservatorio Riparte l’Italia pubblica qui integralmente – per percorrere i confini del diritto tracciati dalle norme sul Green Pass e poter confermare, ancora una volta, che nessuna libertà viene lesa con l’applicazione del certificato verde.
L’ordinanza della terza Sezione del Consiglio di Stato firmata dal presidente Marco Lipari e che ha come estensore il giudice Ezio Fedullo si compone di otto pagine e prende in esame il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 17 giugno scorso: il primo firmato dal premier Mario Draghi in cui viene introdotto il Green Pass.
Si tratta del primo certificato che all’inizio dell’estate ha normato l’ingresso negli eventi pubblici, l’accesso alle strutture sanitarie assistenziali (RSA) e gli spostamenti sul territorio nazionale.
Il massimo organo di giurisprudenza amministrativa interviene sul ricorso di quattro cittadini italiani verso una sentenza del Tar Lazio (la numero 4281/2021) che aveva già respinto in primo grado la loro istanza.
E conferma il rigetto.
Non solo il dispositivo confuta un numero rilevante di tesi “no vax” che da mesi trovano spazio nel dibattito pubblico.
Ecco un estratto dell’ordinanza che quanto meno ha il merito di inziare a tracciare una serie di punti fermi.
Il testo dell’ordinanza
“Gli appellanti lamentano la lesione del loro diritto alla riservatezza sanitaria, il rischio di discriminazioni nello svolgimento di attività condizionate al possesso della certificazione verde, nonché il pregiudizio economico derivante dalla necessità di sottoporsi a frequenti tamponi. Sostengono il contrasto del DPCM con la disciplina dell’Unione europea e con la Costituzione italiana, con particolare riferimento alla protezione dei dati personali sanitari”.
“Trattamento dei dati non pericoloso”
“(…) Il prospettato rischio di compromissione della sicurezza nel trattamento dei dati sensibili connessi alla implementazione del Green pass appare rivestire carattere meramente potenziale non potendo ritenersi insito, ai presenti fini e per la sua astrattezza, nella qualificazione come “attività pericolosa” del trattamento dei dati”.
“Nessuna lesione della privacy”
“Gli appellanti, dichiarandosi contrari alla somministrazione del vaccino, nel pieno esercizio dei loro diritti di libera autodeterminazione, non subiscono lesioni del diritto alla riservatezza sanitaria in ordine alla scelta compiuta, dal momento che l’attuale sistema di verifica del possesso della certificazione verde non sembra rendere conoscibili ai terzi il concreto presupposto dell’ottenuta certificazione (vaccinazione o attestazione della negatività al virus)”.
“Senza Green pass comunità a rischio”
“(…) Il depotenziamento del Green Pass con la campagna vaccinale in corso, determinerebbe un vuoto regolativo foriero, nell’attuale fase non del tutto superata di emergenza pandemica, di conseguenze non prevedibili sul piano della salvaguardia della salute dei cittadini; la grande maggioranza dei quali, peraltro, ha aderito alla proposta vaccinale e ha comunque ottenuto la certificazione verde”.
“Con il Green Pass riaperture”
“Va considerato, inoltre, che proprio la graduale estensione della certificazione verde ha oggettivamente accelerato il percorso di riapertura delle attività economiche, sociali e istituzionali”.
“Norma in quadro europeo”
“(..) Il “green pass” rientra dunque in un ambito di misure, concordate e definite a livello europeo e non eludibili, anche per ciò che attiene la loro decorrenza temporale, e che mirano a preservare la salute pubblica in ambito sovrannazionale per consentire la fruizione delle opportunità di spostamenti e viaggi in sicurezza riducendo i controlli”.
“(…) La generica affermazione degli appellanti secondo cui “allo stato delle conoscenze scientifiche” non vi sarebbe piena immunizzazione e quindi si creerebbe un “lasciapassare falso di immunità”, si pone in contrasto con ampi e approfonditi studi e ricerche su cui si sono basate le decisioni europee e nazionali volte a mitigare le restrizioni anti covid a fronte di diffuse campagne vaccinali”.








