“Il paradosso all’italiana è che, si faccia o non si faccia questa autonomia differenziata, per il Sud non cambierà niente”.
Lo scrive Lino Patruno sulla Gazzetta del Mezzogiorno spiegando che “la condizione posta è che prima o nello stesso momento si calcolino i mai calcolati bisogni di servizi e di infrastrutture del Sud: un mancato calcolo che condanna appunto il Sud a una qualità della vita che la stessa Costituzione dichiara inaccettabile.
Siccome il Calderoli è diventato generoso come un volontario della Sant’Egidio, questi Lep (Livelli essenziali di prestazioni) si calcolano.
Primo sgambetto: dovrebbero essere Lup, Livelli uniformi di prestazione in tutt’Italia, essendo costoro capaci di venire a dire, che so, che il livello di sanità garantito dallo Stato al Sud è già essenziale, quindi cosa volete? No, deve essere uniforme alla Lombardia, così i nostri malati non sono costretti ad andare lì a farsi curare.
Secondo sgambetto: devono essere calcolati in sei mesi, dopo non esserne stati capaci in oltre vent’anni.
E infine, dovessero accettare la verità (di accertarla non c’è bisogno), non c’è un euro per cambiarla. Cioè non c’è un euro per riportare giustizia al Sud dove appunto servizi pubblici e infrastrutture sono tutti al disotto del resto del Paese. Tre sgambetti con la faccia dei benefattori.
Ecco perché – spiega Patruno – il Sud, invece di dire «no» all’autonomia prevista dalla Costituzione, dovrebbe dire soprattutto «sì» all’eguaglianza altrettanto prevista dalla Costituzione.
Cioè «sì» a prescindere. Perché se l’autonomia non passa (possibile) e i Lup neanche, tutto al Sud resta come prima.
Anzi tutto resta come prima anche se non passa l’autonomia e passano i Lup, dato che non ci sono gli 80-100 miliardi per finanziarli. Tranne che non passi un’autonomia con lo scherzetto di trattenersi anche le loro tasse, come hanno provato all’inizio.
E gli sarebbe riuscito, se il Sud non avesse reagito come non si sarebbero mai aspettato. Ecco perché non meraviglia che al Sud serpeggi l’indicibile: a questo punto ad andarcene siamo noi. Bel risultato per l’Italia unita per la quale si sono battuti i nostri avi.
Quell’unità d’Italia non si sarebbe fatta senza il Sud. Ma – conclude – è oggi un Paese unito questo che si vuole ancora disunire sempre a danno del Sud?”.








