Eni, in un contesto “sfidante” e complesso, si mette alle spalle un trimestre con conti solidi e migliori delle previsioni, che consentono di rivedere al rialzo le previsioni per l’intero 2025 e confermare il piano di ritorni agli azionisti.
Il secondo trimestre viene archiviato con un utile netto adjusted di gruppo pari a 1,13 miliardi di euro con un tax rate consolidato del 46,6%. Nel periodo, spiega la società, sono stati raggiunti “eccellenti risultati sostenuti dalla solidità del modello di business, dalla disciplina finanziaria e dall’elevata qualità del portafoglio in grado di mitigare lo scenario”.
L’Ebit proforma adjusted di gruppo nel secondo trimestre ammonta a 2,68 miliardi di euro, un dato che è stato in grado di assorbire il negativo andamento dei prezzi delle commodity e del cambio euro/dollaro con il sostegno di iniziative di efficienza, crescita dei volumi e miglioramenti di mix.
Per l’amministratore delegato, Claudio Descalzi, “la costante attenzione con la quale Eni continua ad attuare la propria strategia ha determinato gli eccellenti risultati del secondo trimestre 2025. Nonostante uno scenario di mercato sfidante, il modello di business Eni conferma robustezza e flessibilità. La rigorosa disciplina finanziaria, un portafoglio sempre più solido e il contenuto prezzo di pareggio dei progetti sostengono il modello assicurando una strategia di crescita autofinanziata. Al tempo stesso, continuiamo a generare valore per gli azionisti, con la più forte struttura patrimoniale mai registrata. Nel trimestre abbiamo continuato a generare crescita e valore in tutti i nostri business”.
Nell’ambito dei satelliti della transizione, abbiamo definito i termini per un investimento del 20% da parte di Ares in Plenitude come pure per costituire una nuova entità congiunta con GIP che gestirà il nostro business della CCUS. Nell’upstream, prevediamo in linea con i tempi programmati di lanciare il nuovo satellite con Petronas, che sarà focalizzato sulla valorizzazione delle risorse gas dei due partner in Indonesia/Malesia”, prosegue Descalzi.
Inoltre, “l’attesa decisione finale di investimento del progetto Argentina LNG rappresenta un passo significativo nell’espansione del nostro business del GNL. Infine, abbiamo identificato ulteriori iniziative di cassa che nel complesso ci consentiranno di generare circa 3 miliardi di contributo alla nostra posizione finanziaria. La gestione industriale ha realizzato 2,7 miliardi di Ebit proforma adjusted, 1,13 miliardi di risultato netto adjusted e 2,8 miliardi di flusso di cassa operativo, superiore ai fabbisogni per gli investimenti di 2 miliardi”, sottolinea l’ad.
“Nonostante l’evoluzione sfavorevole del cambio EUR/USD, abbiamo mantenuto un rapporto d’indebitamento proforma estremamente contenuto a 0,10, limite inferiore dell’intervallo da noi dichiarato. Guardando al futuro, riteniamo che la nostra solida posizione finanziaria, la strategia distintiva e differenziata e la capacità di rimanere flessibili e rapidi, continueranno a concorrere al nostro posizionamento ottimale per affrontare la volatilità di questa fase di mercato e per continuare ad assicurare competitivi ritorni ai nostri azionisti”, conclude Descalzi.
I risultati finanziari sin qui raggiunti, portano alla conferma dei ritorni previsti per gli azionisti nel 2025, con un aumento del dividendo del 5% a 1,05 per azione e l’esecuzione di un programma di riacquisto azioni da almeno 1,5 miliardi di euro.
Non solo, il gruppo, nonostante l’effetto negativo dell’indebolimento sia dei prezzi delle materie prime sia del dollaro, rivede al rialzo le aspettative di generazione di cassa per il 2025 e conferma gli impegni di remunerazione degli azionisti.
In questo contesto, il Cffo adjusted di gruppo è atteso in aumento a circa 11,5 miliardi allo scenario aggiornato, rappresentando un incremento di 0,5 miliardi rispetto alla previsione iniziale; le iniziative di cassa e le altre misure organiche sono attese generare fino a 3 miliardi di liquidità, in aumento rispetto alla previsione iniziale di 2 miliardi, al fine di mitigare gli effetti dello scenario.
La proiezione per l’intero anno dell’Ebit proforma adjusted di Ggp (Global Gas & Lng Portfolio) è in aumento a circa 1 miliardo (dai precedenti 0,8 miliardi) grazie ai migliori esiti rispetto alle stime iniziali delle rinegoziazioni e degli accordi commerciali e alle ottimizzazioni di portafoglio.
Inoltre, Eni conferma gli investimenti lordi a un valore inferiore a 8,5 miliardi, in riduzione rispetto alla previsione iniziale di circa 9 miliardi; gli investimenti netti sono attesi inferiori a 6 miliardi rispetto alla previsione iniziale di 6,5-7 miliardi; confermata anche la previsione della produzione di petrolio e gas a 1,7 milioni di boe/giorno, in linea con le assunzioni iniziali.
Nel terzo trimestre la produzione è prevista nell’intervallo di 1,7-1,72 milioni di boe/giorno.
Tornando ai dati del secondo trimestre, emerge che l’E&P (exploration and production) ha conseguito un Ebit proforma adjusted di 2,42 miliardi (-27% su base sequenziale, -33% rispetto al secondo trimestre 2024).
Gli effetti positivi dovuti al crescente contributo dei progetti a contenuto breakeven e le iniziative di efficienza hanno attenuato lo scenario (prezzo Brent -20% e +5% cambio euro/dollaro Usa).
Per il Ggp e Power, l’Ebit proforma adjusted è di 0,39 miliardi, in crescita del 9% rispetto al secondo trimestre dello scorso anno grazie alla valorizzazione del portafoglio e ai benefici dovuti all’esito di rinegoziazioni e accordi contrattuali.
Enilive ottiene un Ebit proforma adjusted di 0,13 miliardi (0,2 mld l’Ebitda), in linea con lo stesso periodo del 2024. I risultati positivi del marketing sono stati compensati dallo sfavorevole scenario bio.
Per Plenitude l’Ebit proforma adjusted è pari a 0,13 miliardi (0,3 mld l’Ebitda), in calo rispetto allo stesso trimestre del 2024.
Nel Refining il risultato è in sostanziale pareggio, in miglioramento sequenziale grazie al recupero dei margini dei prodotti e all’incremento del tasso di utilizzo degli impianti.
La Chimica chiude invece con una perdita di 0,18 miliardi a causa della prolungata recessione del settore europeo. Tuttavia, sono stati registrati dei miglioramenti dovuti ai primi effetti del piano di ristrutturazione: il flusso di cassa operativo “CFFO adjusted” di 2,78 miliardi ha assicurato la copertura degli investimenti lordi ottimizzati a un livello pari a 2,03 miliardi (-5% rispetto al 2Q ‘24).
Il conseguente free cash flow organico di 0,75 miliardi, sostenuto anche da diverse iniziative volte a liberare capitale circolante, e dai proventi della gestione del portafoglio di circa 0,6 miliardi, relativi al closing della seconda tranche dell’investimento di KKR in Enilive (ulteriore 5%), hanno finanziato 1 miliardo di remunerazione agli azionisti, inclusa la quarta rata del dividendo 2024 (0,76 miliardi) e il riacquisto di azioni proprie (0,28 miliardi nell’ambito del programma di buy back 2025).
L’indebitamento finanziario netto è diminuito di circa 0,14 miliardi rispetto al 31 marzo 2025, attestandosi a 10,2 miliardi.








