«Abbiamo già tecnologie che ci permettono di affrontare la crisi climatica: le rinnovabili», il nucleare non ci serve. Queste le parole del presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, che commenta le parole del ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani. «Puntiamo su quelle e non perdiamo tempo a parlare di cose che non si faranno mai».
Sul nucleare, dunque, sottolinea Ciafani, «la nostra posizione non è cambiata anche nell’era della crisi climatica», in quanto restano irrisolti i 3 grandi problemi di questa tecnologia: la pericolosità degli impianti, il problema delle scorie nucleare e, infine, i costi esorbitanti. «Oggi la tecnologia di IV generazione non esiste e quella di III generazione avanzata, che stanno cercando di costruire i francesi, sono due cantieri infiniti che sono costati quasi 4 volte il costo preventivato inizialmente», afferma all’AdnKronos.
L’Italia e le aziende, secondo il presidente di Legambiente, «dovrebbero ringraziare gli antinuclearisti che nel 2011 non hanno permesso di intraprendere questa avventura disastrosa. Enel, che voleva costruire centrali nucleari, oggi è diventata il principale operatore al mondo di rinnovabili. Bisogna seguire l’esempio di Enel».
Il nucleare di IV generazione, dunque, non è da prendere in considerazione: «Le tecnologie che non emettono emissioni in atmosfera, a costi bassi e che non producono scorie già ci sono. Non dobbiamo studiare nulla. Abbiamo già la possibilità di produrre energia elettrica dal sole, vento, dall’acqua e dal calore della Terra».
C’è poi un’altra questione: «noi dobbiamo intervenire subito. L’ultimo rapporto dell’Ipcc dice che dobbiamo intervenire immediatamente». E allora: «perché dobbiamo investire oggi risorse pubbliche per una tecnologia che ha fallito? Il nucleare è morto. È inutile parlarne. Dobbiamo investire subito sulle tecnologie e abbiamo già quelle disponibili: sono le rinnovabili» conclude Ciafani.
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