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Chiara Scotti, vice DG Banca d’Italia: “L’euro digitale preserva la sovranità monetaria dell’Europa” | L’intervento

SCOTTI-firenze-euro-digitale-20.11.2024

L’euro digitale” contribuirebbe “a preservare la sovranità monetaria dell’Europa in un contesto in cui le infrastrutture di pagamento di altre aree del mondo stanno guadagnando terreno”.

Lo afferma la vice dg della Banca d’Italia Chiara Scotti in un discorso all’Università di Firenze.

Le “iniziative private e gli schemi di carte domestici non riescono a emergere dalla dimensione nazionale e a competere a livello europeo” ha notato sottolineando come “i wallet digitali offerti da società non europee stanno diventando significativamente popolari.

L’assenza, ad oggi, di una soluzione di pagamento utilizzabile in tutta l’area dell’euro ha creato una forte dipendenza da pochi attori esteri e può avvantaggiare Big Tech internazionali che, vantando basi dati di milioni di utenti, stanno valutando l’emissione di criptoattività per l’esecuzione di pagamenti digitali”.

Per questo emerge “un serio problema di autonomia europea.

Questo ha ripercussioni sul piano della concorrenza, così come dell’efficienza, autonomia e resilienza del sistema europeo dei pagamenti al dettaglio”.

Infatti “le posizioni dominanti dei big player internazionali possono creare barriere all’ingresso del mercato, limitare la possibilità di espansione delle soluzioni domestiche esistenti e scoraggiare i potenziali concorrenti dal realizzare nuove soluzioni di pagamento”.

IL BITCOIN È COME IL GETTONE DEL CASINÒ

Comprare Bitcoin o ‘Ethereum, “equivale a comprare una fiche al casinò, non ad avere una banconota” perché si tratta di attivi che non possono definirsi nemmeno “criptovalute”.

Lo ribadisce la vice dg della Banca d’Italia Chiara Scotti nel suo discorso all’Università di Firenze in occasione della Giornata in onore di Gaetano Colicigno.

“Non sono emesse o garantite da un soggetto chiaramente identificabile; esse vengono create da un software seguendo degli algoritmi e servono a far funzionare le reti decentralizzate” a differenza delle cosiddette ‘stablecoin emesse da soggetti vigilati (banche e Imel) o quelle legate a un paniere di valute o ad altre attività, previsti dalle normative europee.

Per queste le cripto come Bitcoin sono “esposte a usi principalmente speculativi o illeciti (come il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo)” ha sottolineato.

“L’annuncio di un attacco informatico, un post su un social media o le attività di speculazione possono far oscillare il prezzo di una criptoattività di molti punti percentuali in pochi minuti, rendendola uno strumento altamente instabile”.

“Il detentore di una di queste criptoattività non può nemmeno contare sulla possibilità di convertirle in moneta al valore nominale” ha aggiunto.

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