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Bisogna accelerare sulla difesa europea in collaborazione anche con la Gran Bretagna | L’analisi di Stefano Micossi

C’è sempre un lato positivo delle cose, l’aggressione trumpiana all’Europa offre l’ennesima conferma. L’Europa ha poca scelta, deve unirsi per trovare risposte efficaci, in un contesto nel quale si profila un disimpegno americano dagli impegni transatlantici di sicurezza.

Dunque, occorre avanzare con una serrata unione europea della difesa, che contempli non solo maggiori impegni finanziari, ma anche una progressiva indipendenza dagli Stati Uniti negli apparati militari, come ha già dichiarato il cancelliere tedesco in pectore Merz.

Da questo punto di vista, l’estemporanea visita di Macron al presidente Trump è stata un “coup de theatre”, ma non porta molto lontano. Le decisioni bisogna prenderle in Europa.

L’occasione per una discussione concreta ce la offre la questione Ucraina, dove l’accelerazione dei colloqui di pace tra americani e russi rischia di lasciare l’Europa, oltre che l’Ucraina, senza adeguata protezione dei propri interessi di sicurezza.

Serve presto una iniziativa europea per la difesa comune, guidata dal nuovo governo tedesco insieme al governo francese, con la necessaria partecipazione anche del Regno Unito, che sta scoprendo che la relazione speciale con gli Stati Uniti è ridotta a poca cosa.

L’iniziativa non potrebbe probabilmente contare sull’adesione unanime dei paesi europei, dunque bisogna abituarsi all’idea di avanzare con i paesi che ci stanno, in qualche forma di cooperazione rafforzata (contando che tra gli aderenti vi sia anche l’Italia).

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