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Bce: fin dove calano i tassi, le stime sul livello terminale | Lo scenario di Milano Finanza

La Bce ha fatto capire di aver cambiato linea sul taglio dei tassi del 17 ottobre, considerato ormai quasi certo dai mercati.

La presidente Christine Lagarde e altri membri del consiglio direttivo hanno dato forti indicazioni di una riduzione in arrivo nella prossima riunione.

A causa della prolungata stagnazione economica e della disinflazione superiore alle attese, Francoforte con ogni probabilità anticiperà di due mesi il nuovo taglio che fino a pochi giorni fa era atteso a dicembre.

Inoltre le riduzioni dovrebbero proseguire al ritmo di 25 punti base per riunione, quindi non più ogni tre mesi.

Non è detto però, scrive MF-Milano Finanza, che questa sia l’unica differenza rispetto alle previsioni recenti.

La Bce potrebbe tagliare non solo in anticipo, ma anche di più.

I tassi (oggi al 3,5%) potrebbero arrivare a un livello terminale più basso: secondo alcuni economisti è vicino all’1,5% nel 2025, quindi non più al 2-2,5% ipotizzato fino a poco tempo fa.

Per definire il punto d’atterraggio dei tassi diventerà sempre più importante nei prossimi mesi la stima del cosiddetto «tasso neutrale», quello cioè che non comprime né stimola l’economia.

Tuttavia questo livello è in evoluzione ed è inosservabile: nessuno è in grado di dire con certezza dove sia.

Perciò anche la Bce non dà cifre in proposito, evita di fornire indicazioni fuorvianti per i mercati e ricorda che per la politica monetaria non è fondamentale conoscerlo in anticipo.

In altri termini, il tasso neutrale sarà scoperto da Francoforte solo ex post.

I tagli proseguiranno finché i dati economici mostreranno che i tassi non sono più restrittivi.

L’approccio degli investitori è però molto diverso da quello dei banchieri centrali.

La stima del tasso terminale è una delle più importanti in una strategia di mercato.

Il modo più semplice per capire dov’è il livello neutrale è osservare la media dei tassi attesi dagli operatori nel lungo termine in assenza di shock.

Potrebbero essere necessarie anche riduzioni da 50 punti base.

Il problema per la Bce è che la politica monetaria continuerà a essere restrittiva nel 2025, proprio perché i tassi saranno oltre il livello neutrale (comunque lo si calcoli) anche dopo i prossimi tagli.

Un’analisi della Banca d’Italia ha stimato che i tassi alti ridurranno il pil europeo del 2% quest’anno (vedere MF-Milano Finanza dell’8 ottobre).

Il freno monetario proseguirà così in un contesto difficile per l’economia e con un’inflazione già vicina (o persino sotto) il 2%.

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