Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Attenta Bce, l’inflazione europea รจ diversa. E troppi shock sono pericolosi | L’intervento di Sabatini

Pubblichiamo di seguito lโ€™Intervento del direttore generale dellโ€™Abi, Giovanni Sabatini.

ยซLe crisi della Silicon Valley Bank e del Credit Suisse, pur nelle loro sostanziali differenze, le cause e le misure adottate per affrontarle e la preoccupazione di effetti di propagazione stimolano alcune riflessioni. La prima riflessione riguarda il quadro regolamentare sulle banche definito dal Comitato di Basilea (Basel Committee on Banking Supervision) e la sua implementazione. Il fulcro della disciplina aggiornata dopo la grande crisi finanziaria รจ costituito da una revisione importante degli assorbimenti di capitale a fronte delle attivitร  ponderate per il rischio. Il nuovo impianto normativo, a cui comunemente ci si riferisce come Basilea 3, ha cosรฌ comportato piรน che un raddoppio degli indici patrimoniali delle banche (per le banche Italiane l’indice del capitale di migliore qualitร  – Cet1 ratio – รจ passato dal 7,1 del 2007 al 14,8 nel 2022).

Tuttavia, la vicenda di Svb, in particolare, evidenzia come le banche rischino di andare in default soprattutto per problemi di liquiditร  e non per mancanza di capitale. Svb aveva un Cet1 del 15,6% ma anche un impressionante squilibrio tra l’orizzonte temporale delle sue passivitร  (depositi a vista, peraltro molto concentrati da un punto di vista geo-settoriale) e quello delle attivitร  (titoli a tasso fisso a medio e lungo termine). Squilibrio favorito sia dall’esenzione, prevista dalle regole statunitensi per la maggioranza delle banche nazionali, dell’obbligo di rispettare i livelli minimi degli indici di liquiditร  indicati dalle regole di Basilea e applicati in modo estensivo in Europa sia dalla non applicazione negli Stati Uniti del quadro prudenziale delineato dal Comitato di Basilea per il rischio di tasso di interesse in posizioni non detenute per la negoziazione, anche in questo caso a differenza dell’Europa.

La seconda riflessione riguarda il ruolo della supervisione. Nella vicenda SV Bank sorprende che un tale squilibrio tra attivitร  e passivitร  sia sfuggito alla supervisione nonostante l’esenzione dal rispetto dei requisiti fissati dal Comitato di Basilea in termini di indici di liquiditร . In Europa uno strumento importante su cui si basa l’azione di vigilanza รจ il processo interno richiesto alle banche volto a verificare l’adeguatezza dei livelli di liquiditร  (Ilaap, Internal Liquidity Adequacy Assesment Program).

Nel caso di Credit Suisse si erano verificati da tempo situazioni (Greensill, Archegos solo per citare le piรน rilevanti) che avrebbero dovuto innescare piรน rigorosi e tempestivi interventi di supervisione volti anche a verificare l’adeguatezza dei meccanismi di governance e di controlli interni. รˆ evidente, dunque, come una adeguata supervisione e un efficace sistema sanzionatorio sono essenziali per assicurare la stabilitร  del settore finanziario anche a prescindere da quanto sia strutturato e dettagliato il quadro regolamentare. Sotto questo profilo, il sistema unico di vigilanza realizzato nell’ambito dell’Unione Bancaria rappresenta un asse portante della stabilitร  finanziaria in Europa.

La terza riflessione riguarda i meccanismi di risoluzione delle crisi bancarie. In una situazione di crisi di liquiditร  determinata da una fuga dei depositi (oggi resa piรน veloce dalla tecnologia a dalla diffusione immediata delle informazioni โ€“ talvolta anche incomplete o fuorvianti โ€“ tramite i social media) la reazione delle autoritร  deve essere immediata, il coordinamento delle diverse autoritร  che intervengono nella gestione della crisi deve portare a decisioni e azioni nel giro di poche ore anche per prevenire fenomeni di contagio.

Oggi il secondo pilastro dell’Unione Bancaria, il meccanismo unico di risoluzione delle crisi (SRM), รจ incompleto e frammentato per quanto riguarda la gestione delle banche di minori dimensioni e gestito da una pluralitร  di autoritร  per quanto riguarda le banche sottoponibili alla procedura di risoluzione. In particolare, quest’ultima vede coinvolte il supervisore unico (Ssm), il meccanismo di risoluzione europeo (Srm), la Commissione (DG Comp), le autoritร  competenti nazionali. Le responsabilitร  e i meccanismi di coordinamento di queste autoritร  ad oggi non appaiono ben definite e strutturate e dunque le interazioni tra le stesse potrebbero non essere tali da garantire la necessaria immediatezza di reazione.

La quarta riflessione riguarda il meccanismo di tutela dei depositi. La crisi della Svb ha posto le autoritร  statunitensi ancora una volta di fronte al dubbio se intervenire solo a tutela dei depositi garantiti (negli Usa fino a 250.000 dollari) e far subire le perdite per tutte le somme in eccesso ovvero se estendere la garanzia a tutti i depositi, in considerazione dei gravi impatti che avrebbe potuto subire l’economia della Silicon Valley e in particolare l’ecosistema delle start-up innovative con conseguenze tali da portare l’economia americana in recessione.

Con pragmatismo le autoritร  americane, dopo iniziali tentennamenti, hanno deciso di optare per il salvataggio di tutti i depositi anche quelli oltre la soglia dei 250.000 dollari. Piรน complessa e necessaria di maggiori approfondimenti la decisione, nel caso Credit Suisse, delle autoritร  svizzere, che da un lato, hanno proceduto con l’azzeramento di alcuni titoli subordinati (quelli inclusi nella categoria degli “Additional Tier 1” -AT1), ma allo stesso tempo hanno salvaguardato gli azionisti, con un intervento che alimenta dubbi circa l’esatto ordine di prioritร  nella svalutazione delle diverse categorie del passivo.

Su questo punto sono opportunamente intervenuti a fare certezza la Vigilanza Bancaria della Bce (Bce-Ssm) e il Comitato di Risoluzione Unico (Srb) chiarendo che nell’Unione Europea gli strumenti subordinati AT1 possono essere soggetti a riduzione di valore o azzeramento solo dopo che gli strumenti di capitale di migliore qualitร  (cd. Common equity) siano stati completamente utilizzati per coprire le perdite, come previsto dalla direttiva sul risanamento e risoluzione Brrd. รˆ evidente che la scelta delle autoritร  americane รจ criticabile perchรฉ comporta il rischio di azzardo morale, cioรจ spingere verso comportamenti non adeguatamente responsabili sia delle banche sia dei depositanti nella convinzione che ยซse qualcosa andrร  maleยป le autoritร  interverranno a coprire le perdite.

Ma allo stesso tempo la stabilitร , evitare il fallimento di un elevato numero di imprese e filiere e tutelare l’occupazione sono “beni pubblici” la cui difesa puรฒ richiedere l’utilizzo di risorse pubbliche. รˆ certamente un delicato e complesso equilibrio per gestire il quale forse non esiste una risposta generale e valida per tutte le circostanze ma si rende necessaria una certa flessibilitร , pur all’interno di un quadro giuridico che ne definisca presupposti e limiti, che consenta alle autoritร  di valutare caso per caso individuando le soluzioni piรน adeguate, come appunto accaduto negli Usa.

La quinta riflessione riguarda la politica monetaria e il punto di equilibrio tra la ricerca della stabilitร  dei prezzi e la stabilitร  finanziaria. La fiammata inflazionistica determinatasi nell’economia statunitense prima e poi in Europa, giudicata inizialmente temporanea e dimostratasi molto piรน persistente rispetto alle aspettative, ha portato le autoritร  monetarie a reagire con una velocitร  nel rialzo dei tassi di interesse mai vista negli ultimi decenni. Tale velocitร  ha sorpreso i mercati, ha accentuato gli effetti per le banche piรน esposte al rischio tasso e ha creato difficoltร  a imprese e famiglie, con potenziali effetti in termini di stabilitร  finanziaria. รˆ evidente che a fronte di una inflazione che raggiungeva le due cifre occorreva reagire per evitare che l’inflazione si radicasse nelle aspettative degli operatori, anche recuperando le iniziali esitazioni.

Tuttavia, soprattutto in Europa, una rilevante componente dell’inflazione รจ determinata da uno shock da offerta, in particolare dall’impennata dei prezzi della componente energetica e dalle complesse condizioni del quadro geopolitico, rispetto al quale la politica monetaria ha minore efficacia. Ecco, dunque, che nelle future decisioni di politica monetaria sarร  determinante una valutazione dei dati, una misurazione degli effetti delle precedenti decisioni sui tassi non soltanto in termini di contenimento e riduzione dell’inflazione ma anche in termini di effetti sull’economia e sulla stabilitร  dei mercati. Anche in questo caso occorre individuare il punto di equilibrio tra il rischio di fare troppo poco e il rischio di fare troppoยป.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.