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Antonio Di Pietro (Ex Pm): «La richiesta di vaccinare prima i magistrati è un abuso, un ricatto»

«Il vaccino è un diritto per tutti. Quindi ogni cittadino avrebbe diritto a essere vaccinato subito, adesso, in questi giorni. Ma siccome non ci sono vaccini sufficienti, bisogna proteggere per primi i più deboli. Gli anziani e i malati». Lo afferma l’ex Pm Antonio Di Pietro, intervistato dal direttore del Quotidiano Nazionale, Michele Brambilla, a proposito della nota con cui l’Anm chiedeva che i magistrati fossero inseriti nelle liste per le vaccinazioni prima degli altri.

I magistrati quindi sbagliano? «Non direi che sbagliano. Sbagliare vuol dire commettere un errore. E questo non è un errore: è un abuso. Chiamiamo le cose con il loro nome». Addirittura un abuso. «Sì, perché i magistrati conoscono, devono conoscere la legge. E sanno, devono sapere che la legge non concede loro alcuna priorità rispetto agli altri cittadini».

Ma dicono: la nostra è una professione senza la quale non si può andare avanti. «E questo è peggio ancora che un abuso: è un ricatto. Sanno che c’è bisogno del loro lavoro e minacciano: se non ci vaccinate per primi, blocchiamo la giustizia. Ma se vogliamo parlare di professioni di cui tutti abbiamo bisogno, allora dico che una cassiera del supermercato viene sicuramente prima dei magistrati. Una cassiera è sicuramente indispensabile ed è sicuramente più a rischio di contagi».

Lei è vaccinato? «No. Ho più di settant’anni e due stent nella coronaria sinistra. Quella destra è chiusa al 55% e devo essere operato. Ma gli ospedali sono intasati e debbo rimandare l’intervento».

Non poteva chiedere… «Un favore? Guardi mi hanno chiamato e mi hanno chiesto se volevo far passare l’intervento come urgente. Ho risposto con una domanda: secondo voi c’è davvero urgenza? No, mi hanno detto. E allora non ho voluto passare davanti alla fila, perché ci sono malati più gravi di me. Farmi operare adesso sarebbe stata una furbata. Lecita, ma una furbata».

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