La terza dose è necessaria, così come continuare «a rispettare le regole note». Parla così Massimo Antonelli, direttore del Dipartimento di emergenza, anestesia e rianimazione del Policlinico Gemelli di Roma, che ricorda come nonostante il fatto che «la gente è stanca», la pandemia non è ancora finita.
«Tutti stanchi della pandemia, certo, mi pare giusto dopo due anni passati così» aggiunge in un’intervista al Corriere della Sera. «Ma vi ricordo che siamo stanchi anche noi medici, noi degli ospedali, che da marzo 2020 non ci siamo mai fermati e che se è vero che all’inizio di quest’estate pensavamo di poter finalmente tirare il fiato, grazie ai vaccini, ecco che siamo di nuovo sotto pressione: qui da noi al Gemelli, per esempio, 21 posti letto occupati, su 30 disponibili per la terapia intensiva anti Covid».
Che succede?
«Succede» risponde «che i 5 milioni circa di persone che in Italia ancora non l’hanno fatto – 5 milioni di potenziali veicoli di trasmissione del contagio – dovrebbero al più presto vaccinarsi e tutti gli altri che sono già vaccinati dovrebbero senza indugi fare la terza dose. Perché non solo stanno crescendo i ricoveri, e sapeste quanti no vax ricoverati da noi ora stanno piangendo pentendosi».
«Ma la verità è che tra quelli che finiscono in terapia intensiva oggi il 15% è fatto di vaccinati estremamente fragili, mentre fino a qualche settimana fa non superavano il 5%. La protezione tende a durare 6 mesi e, anche se non ti ammali, puoi sempre contagiarti e trasmettere il Covid ad altri. Ci sono poi quelli, una piccolissima parte, a cui il vaccino non ha fatto effetto e quelli che hanno patologie concomitanti gravi» spiega. «Ecco perché dico che la guerra non è finita, la catena di trasmissione si è attenuata ma non interrotta».
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