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Andrea Lavazza (Avvenire): «La lotta contro il cambiamento climatico sta entrando nei tribunali»

«C’è una via giudiziaria alla lotta contro il cambiamento climatico?» Se lo chiede su Avvenire Andrea Lavazza spiegando che «due sentenze quasi contemporanee emesse a 17mila km di distanza sembrano confermare questa tendenza di fronte alla timidezza o all’inerzia dei governi a livello globale».

«All’Aja, mercoledì, la Corte distrettuale ha accolto la denuncia fatta da associazioni ambientaliste nei confronti della Royal Dutch Shell. La sentenza ordina alla società di tagliare le proprie emissioni di CO2 e quelle dei suoi fornitori e clienti in modo drastico, ben più del 20% programmato».

«I ricorrenti affermano che continuare a investire miliardi nella produzione di combustibili fossili costituisca una minaccia ai diritti umani, e la giudice Larisa Alwin ha trasformato questa preoccupazione in una prescrizione legale».

«Poche ore più tardi, a Sydney, la Corte federale australiana ha respinto la richiesta di un gruppo di ragazzi, contrari all’annunciato allargamento di una miniera di carbone nel Nuovo Galles del Sud. Nel dispositivo ha tuttavia stabilito che il ministro dell’Ambiente ha un “dovere di cura verso le generazioni future” quando valuta e approva progetti simili, capaci di danneggiare i cittadini con i loro effetti sul riscaldamento del pianeta».

«Ma nei primi mesi del 2021 altre sentenze importantissime hanno messo le basi per un diverso e più diretto approccio nel rispetto del Trattato di Parigi, tra cui spicca quella del 29 aprile dell’Alta Corte tedesca, secondo la quale la legge federale del 2019 per limitare le emissioni di gas serra, è sostanzialmente incostituzionale».

«La società civile, con i ragazzi che insieme a Greta Thunberg riempiono le piazze il venerdì, ha avviato dal basso un processo che ora sta ricevendo tangibili successi nei tribunali. L’auspicio – conclude Lavazza – è che non si debba ottenere solo in questo modo un’azione tempestiva e massiccia contro uno dei principali pericoli che il mondo deve oggi fronteggiare».

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