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Alzare la voce (insieme) | L’analisi di Carlo Verdelli

“Non parla tanto, il Presidente Mattarella, specie in questo 2025 così cupo e minaccioso, e comunque senza mai rinunciare alla cautela che è un suo tratto distintivo. Qualche giorno fa, da Lubiana, ha però dismesso i toni prudenti e ha speso parole nettissime contro chi ci sta mettendo in pericolo”.

Così Carlo Verdelli sul Corriere della Sera ricordando che “droni russi avevano appena violato lo spazio aereo della Polonia (succederà di lì a poco anche sulla Romania) e Israele si era spinta a bombardare il Qatar, 1.800 chilometri di distanza, per colpire dei leader di Hamas. Reazioni italiane a quel mondo sull’orlo del baratro, all’avviso perentorio di Mattarella? Nei fatti, nessuna. E per due ragioni, entrambe legate a una colpevole incoscienza del momento. La prima ragione è la spaccatura su entrambi i fronti, russo e mediorientale, che attraversa sia il governo sia l’opposizione. La seconda ragione della percepita assenza di attenzione della nostra classe politica di fronte al precipitare della situazione internazionale è in qualche modo legata alla prima: ognuno pensa agli interessi di partito, a sedurre o a non contrariare il proprio potenziale elettorato, specie ora che ci sono le Regionali. Ogni presa di posizione forte sulle questioni che agitano il mondo – osserva l’editorialista – rischia di costare voti oppure di mettere in crisi rapporti più o meno sotterranei con qualcuna della Grandi Potenze in campo (Usa, Cina, Russia, Israele). Così si procede in ordine sparso, con una certa e voluta vaghezza. Dove sta l’Italia? Per la pace, certo, questo tutti. Ma come? Attraverso quali scelte? Intanto la discesa verso il baratro non si arresta, anzi aumenta il passo. Si moltiplicano i venti che spingono in direzione del baratro. Persino l’assassinio di Charlie Kirk, una delle voci più risolute del trumpismo, diventa benzina sul fuoco di divisioni, scontri, lo sparatore era di destra o di sinistra, invece di trasformarsi in un pensiero opposto, cioè leggerlo come un altro segno che si sta passando ogni segno. Avvertiva Einstein che, dopo la terza guerra mondiale, la quarta si combatterà con pietre e bastoni. Ma tutto continua come se la minaccia che torna a incombere su ciascuno di noi fosse lontanissima, anzi irreale, con la preoccupazione angosciata di Mattarella ridotta a un richiamo al buon senso. Servirebbe altro – conclude – un soprassalto di consapevolezza in un’ora che torna ad essere buia”.

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