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Alla ricerca di una visione politica per l’Italia che scompare | L’analisi di Francesco Grillo

“A volte i numeri possono essere più potenti delle parole. In Italia, vent’anni fa, nascevano 560 mila bambini all’anno; lo scorso anno siamo scesi sotto le 400 mila nascite. Sempre nel 2003, morivano 545 mila persone; nel 2022, abbiamo superato i 700 mila decessi. Molti parlano di culle vuote; ma, in realtà, aumentano specularmente i funerali e persino la speranza di vita media non sta più crescendo come una volta. In questi decenni ci ha sostenuto per alcuni anni un’immigrazione mal sopportata, ma ciò sembra non essere più vero. Nel 2030 in Italia vivranno lo stesso numero di persone che registrò il censimento del 1981; nello stesso periodo, nei Paesi che ci sono più simili – Francia, Spagna – il numero di abitanti è aumentato di 12 milioni”.

Lo sostiene l’economista Francesco Grillo.

“È da numeri come questi – più dalle polemiche senza fine e senza senso – che dovrebbe partire la politica. Sono almeno tre le cause di un declino che si è trasformato in scomparsa. Hanno meno fiducia nel futuro i giovani. Sono soprattutto loro ad aver pagato il conto di almeno tre crisi – quella finanziaria del 2007, quella degli spread nel 2012 ed il Covid nel 2020. Dall’inizio del secolo è diminuito di 10 punti il tasso di occupazione tra quelli che hanno tra 25 e 34 anni; mentre è cresciuto della stessa percentuale tra gli “usati sicuri” tra 50 e 60”.

“Soffre, poi, la sanità pubblica: il bilancio sulle morti in eccesso rispetto al normale, calcolato dall’’Università di Oxford, dimostra che l’Italia è – tra i Paesi del G7 – quello che ha sofferto, nel periodo pandemico, il maggior numero di decessi per ogni 100 mila abitanti. Continua, infine, a mancare una politica di immigrazioni mirata: settore per settore, provincia per provincia, bisognerebbe capire di cosa abbiamo bisogno e, persino, formare – in Africa o in Medio Oriente – le persone da accogliere. Tre cause che fra di loro si rafforzano” spiega Grillo dalle colonne del magazine digitale Inpiù.net.

“E, tuttavia, l’errore più grosso è immaginare che quella demografica sia una malattia localizzata da affrontare con cure specifiche (che inesorabilmente diventano palliativi). L’Italia è ancora il Paese più bello del mondo; uno spazio che imprenditori come Elon Musk si stanno preparando ad “occupare“ quando sarà svuotato (e in svendita). Vanno bene gli assegni familiari e, ancora meglio, gli asili. Ma la “bomba demografica” esige di più. Ci chiede una trasformazione complessiva. Un’idea di Paese che riesca a coinvolgere tutti” conclude.

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