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Aldo Ferrara (presidente Unindustria Calabria): «Fondamentale con Pnrr smobilitare risorse private e capitale di debito, soprattutto al Sud»

Il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara, è intervenuto ai microfoni di Adnkronos/Labitalia a proposito del Pnrr. «Con il Pnrr si mobiliteranno moltissime risorse pubbliche ed è necessario che si mobilitino anche quelle private che saranno il vero moltiplicatore del Pnrr, e con queste dopo ci sarà il terzo pilastro ovvero capitale di debito. Per questo sarà fondamentale che gli istituti di credito partecipino a questa nuova sfida nazionale soprattutto al Sud».

Lo sviluppo del Sud

«C’è un grande disegno di futuro ma ovviamente le imprese per potersi sviluppare insieme al capitale proprio e incentivi pubblici avranno necessità sia di utilizzare una parte di finanziamenti da parte degli istituti di credito, sia per il capitale circolante. Quindi un Mezzogiorno che si sviluppa non può che essere vantaggioso anche per le banche».

Le banche sul territorio

«Unindustria Calabria ha due banche di credito cooperativo associate. Credo che la missione stessa delle banche del territorio sia assolutamente importante soprattutto nel futuro. In alcuni territori del Mezzogiorno che sono in ritardo di sviluppo, in quanto tali dagli istituti di credito sono stati sempre considerati delle economie fragili e quindi maggiormente rischiose. Questo rischio di contesto è stato assorbito con l’evoluzione della regolamentazione bancaria da Basilea in modelli algoritmici che trovano riscontro nel famoso indice sintetico che è il rating».

Cambio di atteggiamento

«Molti hanno assunto un atteggiamento burocratico per la valutazione di merito di credito anche se mi sembra che ora questa tendenza si stia modificando. Le banche di credito cooperativo essendo sul territorio hanno una maggiore capacità di andare ad acquisire elementi non solo di carattere quantitativo, ma anche qualitativo mantenendo nel tempo quella caratteristica di non limitarsi a valutare i finanziamenti da concedere sulla base del reddito, ma anche arricchendoli con la valutazione del progetto d’impresa, andare all’interno delle imprese, conoscere il soggetto imprenditoriale verificando se intende investire nelle competenze e in innovazione digitale».

«Gli istituti di credito devono tornare dunque nelle imprese e sentire il sapore e l’odore degli impianti e dei macchinari», conclude Ferrara.

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