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Fintech: il robot batte l’inflazione? | Lo scenario

L’Istat ha confermato l’inflazione di maggio al 7,6%, e nemmeno il 4-4,5% offerto dai Btp o dai conti di deposito riesce a proteggere i patrimoni dalla svalutazione. Eppure, questi strumenti sono oggi in cima alle preferenze delle famiglie, come emerge dagli ultimi dati di raccolta delle reti di consulenti finanziari. Riuscirà l’Intelligenza Artificiale dei robo advisor a far riscoprire ai risparmiatori la regola della diversificazione? La sfida non è di poco conto, ma la posta in gioco è alta: la liquidità sui conti correnti resta sui massimi perché le famiglie dopo le perdite del 2022 hanno paura di tornare sui mercati.

MF-Milano Finanza scrive che i consulenti automatizzati permettono un contatto senza barriere con la finanza, offrendo gestioni low cost accessibili sette giorni su sette 24 ore al giorno. Proprio come organizzare un viaggio in autonomia su Internet. Una pratica entrata nell’abitudine di tutti: dall’aereo, fino ai trasferimenti in auto o in moto, ormai si può pianificare facilmente una vacanza on line senza rivolgersi a un’agenzia, mentre per le mete più esclusive la necessità di avere una consulenza di personale specializzato è ancora necessaria. Trasponendo il concetto nel wealth management, i robo advisor sono piattaforme digitali che consentono a chiunque di investire in portafogli a basso costo direttamente via web e senza l’ausilio di un consulente in carne e ossa, grazie all’uso dell’Intelligenza Artificiale che sta vivendo una fase di slancio sull’onda del successo dei software di chatbot come ChatGpt e Bard.

«L’Intelligenza Artificiale e il machine learning, che si basano su algoritmi sofisticati e l’analisi dei big data, stanno trasformando radicalmente il modo in cui sono gestiti i portafogli e identificati gli strumenti finanziari con il potenziale di generare rendimenti superiori», spiega Giovanni Folgori, analista di Euclidea Sim. Per avere un’idea di quanto è grande il settore e delle prospettive, alcune stime (Statista) arrivano a prevedere che il patrimonio dei robo advisor nel mondo salirà dai 2.500 miliardi di dollari di fine 2022 a oltre 4.600 miliardi con masse medie per utente viste salire da meno di 6 mila a 10 mila dollari.

Ma sono indicazioni di massima perché spesso i confini tra robo advisory pura e ibrida possono essere sfumati, man mano che le tecnologie di Intelligenza Artificiale si fanno spazio nell’asset management puntando non soltanto sulle giovani generazioni, visti i bassi costi e le soglie di accesso molto ridotte, ma via via anche sui patrimoni medio alti proponendo soluzioni che possano arginare l’impatto dell’inflazione dopo le perdite subite nel 2022 a causa del rialzo dei tassi.

Ad esempio, negli Usa, dove per primi i robo advisor hanno preso piede (dopo la bolla finanziaria del 2008), Vanguard Digital Advisor, l’offerta di base del colosso delle gestioni Vanguard, si rivolge a risparmi a partire da 3 mila dollari con una commissione annua dello 0,15% oltre ai costi dei singoli strumenti finanziari che compongono il portafoglio e che solitamente sono Etf per contenere le spese. Schwab Intelligent Portfolio (dai 5 mila dollari) addirittura è gratis. Betterment, nato nel 2010 e considerato con Wealthfront il primo robo advisor al mondo, non ha soglia minima e costa lo 0,25%.

Wealthfront, che ha soltanto una offerta digitale, prevede una tariffa dello 0,25% e richiede un minimo di 500 dollari per iniziare. In Europa l’unicorno fintech austriaco Bitpanda ha appena annunciato un investimento di 10 milioni di dollari per una nuova divisione AI. «Oggi i wealth manager personali sono solo per i ricchi, ma noi vogliamo renderli accessibili a tutti, con un sistema guidato dall’Intelligenza Artificiale, personalizzato e accessibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7 da cellulare», spiega Eric Demuth, co-ceo e fondatore di Bitpanda.

Lo stesso Paola Savona, presidente della Consob, nella sua ultima relazione ha posto l’accento sull’uso degli algoritmi come uno dei modi per arginare l’effetto dell’inflazione sul risparmio: «Tra le soluzioni tecniche che potrebbero migliorare la gestione dei portafogli e il funzionamento del mercato finanziario, vi è anche il ricorso all’uso di algoritmi prodotti dall’intelligenza umana rafforzata, termine più appropriato di artificiale, capaci di seguire gli andamenti anche settoriali dell’economia e, entro certi limiti, anticipare l’insorgere di shock; esse, unitamente all’intelligenza generativa, come il machine learning e le chatbot, si sono rivelate adatte allo scopo di ben gestire il risparmio, purché regolate da norme che ne impongano l’uso razionale».

L’Intelligenza Artificiale e il suo sottoinsieme del machine learning, che si occupa di creare sistemi che apprendono o migliorano le performance in base ai dati che utilizzano, iniziano a essere adottate anche dalle sgr tradizionali nel tentativo di dare una marcia in più ai portafogli, magari stringendo alleanze proprio con le stesse fintech. Ad esempio, Banca Patrimoni Sella ha di recente lanciato una nuova linea di gestione patrimoniale in collaborazione con MdotM (si veda articolo a fianco). Mentre già dal 2019 le Poste offrono i portafogli automatizzati di Moneyfarm. Questo perché l’Intelligenza Artificiale può essere utilizzata in due modi: da una parte nelle gestioni, dall’altra nella profilazione dell’investitore.

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