Luigi Manconi su Repubblica prova a dare alcune indicazioni su come superare la legge Bossi-Fini: “Pur riottosamente – sottolinea l’editorialista – alcuni pezzi della maggioranza di Governo sembrano orientarsi verso un mutamento di linea, anche se i provvedimenti assunti dal Consiglio dei Ministri di Cutro vanno in tutt’altra direzione.
Il cuore del problema è rappresentato dall’intreccio perverso di due fattori: la quasi impossibilità di arrivare in Italia attraverso canali legali e sicuri; la pericolosità e la letalità delle rotte irregolari.
In sostanza, è la rigidità del meccanismo di ingresso in Italia per chi cerchi un lavoro la prima causa dell’immigrazione irregolare.
Le proposte per un reale cambiamento – spiega Manconi – ci sono. Eccole: prevedere canali di ingresso più flessibili attraverso un permesso di dodici mesi per ricerca di lavoro, che agevoli l’incontro tra stranieri e datori di lavoro italiani e che consenta di svolgere colloqui in base alla richiesta di determinate figure professionali.
Poi, reintrodurre la figura dello sponsor, già prevista dalla legge Turco-Napolitano, che consentirebbe l’inserimento nel mercato del lavoro dello straniero su invito del datore di lavoro italiano.
Ancora, regolarizzare gli stranieri presenti in Italia, seppure privi di documenti, se già impiegati in attività lavorative, in particolare nel settore domestico e della cura della persona. Dunque, i corridoi umanitari non costituiscono una panacea.
L’arrivo in Europa di migranti e profughi può essere affrontato solo attraverso una politica comune e una strategia condivisa di equa distribuzione.
Anche queste parole, come è ovvio, suonano astratte. E così effettivamente è, ma l’unico modo per tradurle in provvedimenti concreti è quello di affidarsi a una durissima lotta politica sul piano nazionale e sul piano europeo.
Dopodiché – conclude – deve essere chiaro che l’immigrazione costituisce un fenomeno realmente epocale, come usa dire, e che è destinato ad accompagnarci lungo tutto il futuro”.








