L’aumento dei tassi di 50 punti da parte della Bce comporterà un rialzo della rata di un mutuo medio (140mila euro per un immobile dal valore di 200mila euro) fra i 33 e i 43 euro. Questa la simulazione di MutuiOnline secondo cui la forbice fra tassi variabili e fissi si sta oramai chiudendo su livelli inferiori ai 50 punti base.
Sui 10 anni infatti il tasso e’ 3,8% nel primo caso e 4,1% nel secondo.
E cosi’ nel caso di tasso variabile a 10, 20 e 30 anni, l’importo della rata mensile per un mutuatario impiegato di 40 anni, sarebbe rispettivamente di 33, 36 e 39 euro a quota 1408, 891 e 636 euro.
Nel caso invece di tasso fisso un nuovo mutuo fisso a 10 anni aumenterebbe la sua rata di 33 euro a 1424 euro, il 20 anni di 43 euro a 835 euro, il trentennale di 38 euro a 636 euro.
L’aumento dei tassi fa salire anche il rendimento, che lo Stato deve riconoscere ai sottoscrittori di Bot, Btp, Cct.
Secondo le stime dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb), l’authority italiana dei conti pubblici, un aumento stabile del differenziale di 100 punti aumenta la spesa pubblica di 19 miliardi in tre anni: 2,5 miliardi nel 2023, 6,7 miliardi nel 2024, 10,1 miliardi nel 2025.
Christine Lagarde sceglie la rotta dei falchi. La Banca centrale europea ha annunciato un rialzo di 50 punti non solo ieri, ma molto probabilmente anche nel prossimo meeting di marzo.
Non sono state ascoltate, quindi, le richieste delle colombe guidate da Fabio Panetta, membro italiano del consiglio direttivo che chiedeva di non determinare fin da ora le prossime mosse.
La decisione, spiega nel comunicato l’istituto di Francoforte, è stata presa vista la pressione dell’inflazione.
E’ vero, infatti, che i prezzi stanno calando ma sono ancora lontani dalla soglia del 2% che costituisce il target della Bce.
Con il rialzo dei tassi di mezzo punto percentuale il tasso sui rifinanziamenti principali al 3%, quello sui depositi al 2,50%, e quello sui prestiti marginali al 3,25%.
Le Borse europee non sono rimaste sorprese.
Quello che è successo conferma le previsioni così come era accaduto due giorni fa con la Fed i rialzi anche se sotto i massimi della giornata.
Volano i prezzi dei Btp, con i rendimenti che rompono al ribasso la soglia del 4%, al fermandosi al 3,94%, mentre tutti i bond sovrani dell’Eurozona cedono oltre 20 punti base. L’euro scende a 1,09 sul dollaro.
La Bce conferma anche, come comunicato a dicembre, che il portafoglio App (il programma di reinvestimento delle cedole sui titoli acquistati con il Qe) calerà di 15 miliardi al mese dall’inizio di marzo alla fine di giugno. Nessuna indicazione per la fase successiva
Per quanto riguarda il programma di acquisti pandemico Pepp, invece, il Consiglio direttivo della Bce comunica di voler reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza almeno fino alla fine del 2024. Una maniera per evitare una pressione eccessiva sui rendimenti dei titoli di Stato che avrebbe danneggiato soprattutto i Paesi molto indebitati come l’Italia.
Per gli acquisti di bond societari, la Bce ha comunicato che i restanti reinvestimenti saranno maggiormente orientati verso gli emittenti con una migliore performance climatica. “Fatto salvo l’obiettivo della Bce in materia di stabilità dei prezzi, tale approccio sosterrà la graduale decarbonizzazione delle obbligazioni societarie detenute dall’Eurosistema, in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi”, hanno spiegato i banchieri.
In conferenza stampa la presidente Lagarde ha cercato di smorzare i toni del comunicato soprattutto per quanto riguarda il rialzo di 50 punti a marzo.
Quella, ha spiegato, è l’intenzione del Consiglio direttivo, ma non è una decisione scolpita nella pietra. Molto probabile che dopo marzo si assisterà ad altri rialzi dei tassi d’interesse da parte della Bce, ma “dovremo valutare” i dati economici. Parlando della crescita economica dell’Eurozona Lagarde ha detto che “è rallentata notevolmente e ci aspettiamo resti debole nel breve termine”.
La buona notizia, però, è che i rischi per lo scenario d’inflazione sono in diminuzione. La presidente della Bce ha anche spiegato come una mano all’istituto di Francoforte a frenare il rialzo dei tassi d’interesse dovranno darla i governi. Approfittando del rallentamento dell’inflazione, ha affermato la Lagarde, gli interventi dei governi dovrebbero essere “mirati e incentivare a consumare meno energia”. E “ora che diventa meno acuta la crisi energetica, è importante cominciare e ridurre le misure” di sostegno, perché quelle che “non rispettano questi principi, creano pressioni sull’inflazione e questo richiede una risposta di politica monetaria più forte”.
Nella foto una proiezione a cura di Milano Finanza.








