Il quantitative tightening della Banca centrale europea arriverà sicuramente il prossimo anno. Nel frattempo, l’Istituto di Francoforte continuerà ad alzare i tassi di interesse. Quanto? Dipenderà dai dati. Questo il pensiero espresso dal vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, che, proprio in merito al QT, ha puntualizzato che «inizieremo a farlo prima o poi, sicuramente nel 2023. Questo processo avrà due effetti positivi: ridurrà la liquidità in eccesso e allevierà la scarsità di collaterale. Ma le quantitative tightening (QT) deve essere attuato con molta prudenza. A mio avviso, dovremmo iniziare con un QT passivo, non reinvestendo completamente i titoli in scadenza nel nostro portafoglio».
De Guindos ha precisato che «le caratteristiche e la tempistica del QT, che potrebbe sovrapporsi o meno al processo di normalizzazione dei tassi di interesse, saranno discusse a dicembre. Personalmente, non vedo alcun tipo di sequenza. Il primo strumento che abbiamo utilizzato, perché lo riteniamo il più efficiente, sono i tassi di interesse. Anche il QT fa parte del processo di normalizzazione della politica monetaria e procederemo con molta prudenza e cautela».
Per quanto riguarda poi gli incrementi del costo del denaro, «continueremo ad aumentare i tassi fino a un livello che garantisca che l’inflazione torni in linea con la nostra definizione di stabilità dei prezzi. Tale livello dipenderà dai dati che riceveremo, dall’evoluzione dell’inflazione, dalle condizioni economiche, dalla domanda e dai prezzi dell’energia», ha aggiunto de Guindos.
Per il banchiere «dipendere dai dati è l’approccio migliore in tempi di grande incertezza come quelli che stiamo vivendo. Nella nostra prossima riunione, baseremo la nostra decisione sulle nuove proiezioni che saranno rese note a dicembre e sulla stima flash dell’inflazione di novembre di Eurostat, tra gli altri indicatori». Per de Guindos infine «è molto probabile che la crescita trimestrale nel quarto trimestre di quest’anno sia negativa. È probabile che la crescita negativa trimestre su trimestre continui nei primi tre mesi del 2023, il che significa che ci troveremmo di fronte a una recessione tecnica. Tuttavia, non credo che sarà molto profonda».








