Il prezzo dell’energia e delle commodities sono il “cerino accesso” ma la “notevole espansione monetaria”, resa necessaria dopo la pandemia, è la paglia dell’inflazione “che non deve prendere fuoco”. Lo afferma il dg della Banca d’Italia Luigi Federico Signorini alla presentazione dell’edizione curata dall’Ibl della ‘Storia monetaria degli Stati Uniti’ di Milton Friedman e Anna Schwartz.
Secondo Signorini, che parla a titolo personale, la politica ultra espansiva è stata “essenziale” per evitare una “deflagrazione finanziaria distruttiva. Nessuno si è però mai nascosto che essa potesse avere effetti collaterali.
Fino a ieri ci si preoccupava soprattutto di potenziali “bolle” finanziarie e immobiliari”. “Oggi, considerando che fatti esogeni di varia natura hanno provocato repentini aumenti dei prezzi al consumo, va scongiurato il rischio che gli ampi saldi monetari in mano ai privati possano contribuire ad accomodare l’inflazione. Forse, riflettendo anche sull’esperienza dello shock energetico di cinquant’anni fa, ci si può azzardare a dire che l’inflazione, se non è sempre e dovunque “a monetary phenomenon” in senso causale, è generalmente “a money-enabled phenomenon”.
Il cerino acceso è stato (in Europa) il prezzo dell’energia e delle commodities; ma la paglia c’è, e non deve prendere fuoco.
Il cambiamento di rotta delle politiche monetarie attuato dalle banche centrali dei paesi avanzati va visto, io credo, anche in questa prospettiva” ha concluso.








