Bisogna tenere in considerazioni tutte le opzioni, anche quelle peggiori. «L’Alleanza deve mettere nel conto anche l’ipotesi peggiore. L’opzione nucleare», afferma il presidente della Fondazione Icsa, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, Leonardo Tricarico. «Il siluro Poseidon avrebbe effetti devastanti ma limitati. A quel punto, la risposta della Nato dovrebbe essere pari o maggiore, non sopravvivrebbe più nessuno, sarebbe la fine. Come cento Torri gemelle», continua nell’intervista al Messaggero, parlando della guerra in Ucraina.
«Putin oggi è più temibile» commenta. «Sono evidenti lo stato di debolezza, frustrazione e logoramento morale e materiale dello strumento militare, e l’erosione del consenso interno. Se continua la deriva a lui sfavorevole, l’intenzione di usare l’arma nucleare si farà seria. Assistiamo a conferme della possibilità che Putin ricorra all’arma più spaventosa, il siluro in grado di provocare lo tsunami radioattivo, con effetti terrificanti».
E il treno atomico: «Mi sembra il tassello di un’esercitazione, come ce ne sono nella Nato. Piuttosto, va sottolineato che in aderenza allo spirito di alleanza difensiva, la Nato non prevede il first strike, l’attacco nucleare per prima; mentre la risposta a un first strike russo rimane imperscrutabile, anche per accrescere il senso di deterrenza».








